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Cremona Il violino, Stradivari: un territorio e la sua vocazione identitaria’

Questo il tema centrale affrontato nel corso della “lectio” di Fausto Cacciatori, Conservatore del Museo del Violino presso la sede dell’Adafa.

| Scritto da Redazione
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Cremona  Il violino, Stradivari: un territorio e la sua vocazione identitaria’

L’identità di una città attraverso la sua vocazione artistica e turistica nel corso dei secoli: questo il tema centrale affrontato nel corso della “lectio” di Fausto Cacciatori, Conservatore del Museo del Violino presso la sede dell’Adafa.

Il titolo della relazione dell’incontro, promosso in sinergia con l’Amministrazione Provinciale, “Il violino, Stradivari e una città" ha suscitato grande interesse e curiosità in una sala gremita, alla presenza del Vice presidente della Provincia, Giovanni Gagliardi, svelando anche fatti meno noti alle cronache e che riguardano, appunto, la liuteria, l’attrattività turistica, a partire dalla metà ottocento.

Tra fotografie d’epoca e documenti antichi, dopo i saluti introduttivi del Presidente dell'Adafa, Fulvio Stumpo, si è percorsa a ritroso la genesi della nascita dell’essenza di una città, dove la liuteria e l’alto artigianato artistico sono divenuti essenza stessa dell’epidermide del tessuto della comunità, di Cremona e del suo territorio.

La vocazione di una città con il suo patrimonio immateriale, oltre ai secoli XVI e XVII, con i “Maestri” liutai, trova nel 1937 un altro punto di svolta: l’anno delle celebrazioni Stradivariane, con la mostra di strumenti antichi di Stradivari esposti a palazzo Cittanova ed il concorso di liuteria moderna, con ben 119 liutai italiani.

Da qui un passo ancora a ritroso nel 1869, con le vicende connesse alla demolizione della Chiesa di San Domenico e il trasferimento del sepolcro di Stradivari, che si trovava presso  la Cappella della B.V. del Rosario, al Museo civico.

In tale contesto, come non evocare l’immagine del quadro di Alessandro Rinaldi (1839-1890) “la bottega di A. Stradivari”, con immagini di Stradivari che cambiano nell’iconografia del tempo, ammantandosi di mistero. Spostandosi di qualche decennio, la relazione è continuata annoverando le prime donazioni del 1893 e quella a seguire dal 1930 di strumenti antichi appartenuti a maestri liutai della tradizione locale e la presentazione della nascita della Scuola di liuteria, con il trasferimento della sede scolastica nel 1956 presso Palazzo dell’Arte.

Una scuola che nel 1967-1968 contava 5 iscritti e nel 1977-78 ben 131.

Una panoramica a tutto tondo che ha illustrato dal dopoguerra la ripresa della liuteria e dell’indotto ed oggi presenta tutto il suo splendore, con ben 160 botteghe di maestri liutai, moltissime iniziative, anche formative e centri di eccellenza, un Museo del Violino unico al mondo, che attira ogni anno 100.000 visitatori e che rappresenta lo spirito di una città e del suo territorio, poggiandosi su una tradizione secolare ammirata a livello mondiale.

Il prossimo appuntamento, sempre presso la sede dell'Adafa, mercoledì prossimo, 10 novembre alle ore 17,30, con la relazione del dr. Valerio Ferrari sul tema: “La toponomastica del cremonese: storie di un territorio”.

Ufficio Stampa  Provincia di Cremona (fp)

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