Martedì, 16 aprile 2024 - ore 21.18

Cremona Pianeta Migranti. Salvini a Lampedusa solo per propaganda elettorale.

Lo confermano le dichiarazioni infiammate che l’hanno accompagnata

| Scritto da Redazione
Cremona Pianeta Migranti. Salvini a Lampedusa solo per propaganda elettorale.

Cremona Pianeta Migranti. Salvini a Lampedusa solo per propaganda elettorale.

Lo confermano le dichiarazioni infiammate che l’hanno accompagnata.

Salvini non ha mai messo piede a Lampedusa quando era ministro dell’Interno. Ora, che ci sono le elezioni ci è andato per cercare voti. Ha colto l’occasione per agitare le paure di una parte degli italiani; ha sollevato polemiche sull’operato della ministra Lamorgese responsabile, a suo avviso, dell’aumento del flusso di immigrati; ha denunciato che il centro di accoglienza di Lampedusa è stato appositamente svuotato per il suo arrivo, e ha promesso il ritorno ai decreti sicurezza, in caso di vittoria.

Maurizio Ambrosini, docente di sociologia delle migrazioni all’università di Milano in un articolo su Avvenire ha così rettificato le affermazioni di Salvini.

“È bene partire dai dati per chiarire i termini della questione. Sono 42.324 le persone che quest’anno sono sinora sbarcate sulle coste italiane in cerca di asilo. Un dato un po’ più alto di quello del 2021 alla stessa data (30.180), ma da porre in rapporto con uno scenario mondiale in cui i rifugiati hanno raggiunto la cifra di 100 milioni, secondo le stime dell’Unhcr: il picco massimo da quando esistono statistiche sistematiche. Non va mai dimenticato inoltre che altri Paesi della Ue accolgono più rifugiati di noi: nel 2021 la graduatoria delle prime domande di asilo (Eurostat) ha visto ancora una volta al primo posto la Germania (148.200), seguita dalla Francia (103.800) e dalla Spagna (62.100). L’Italia era quarta (43.900), davanti alla piccola Austria (36.700).

 È singolare come la narrazione vittimista di un’Italia subissata dai profughi a fronte di un’Europa indifferente continui a riscuotere un notevole successo, anche al di fuori del fronte sovranista. Nel 2022 è successo però anche qualcosa di nuovo. In Italia sono stati accolti generosamente oltre 140.000 rifugiati ucraini, su dieci milioni di persone in fuga (stimate): difficile fornire cifre più precise, perché una parte va, viene, si sposta verso altri Paesi europei. Inedito ed encomiabile il fatto che questo sforzo di accoglienza nel nostro Paese non abbia suscitato finora polemiche, né divisioni. Ma il confronto tra i due flussi, quello ucraino e quello che arriva dal mare, suscita una dolorosa riflessione: perché gli uni sono ben accetti e gli altri bollati come clandestini da respingere? Tra di loro troviamo persone che provengono dall’Afghanistan, dalle molte guerre africane, da feroci dittature e Paesi sull’orlo del collasso. La differenza di trattamento richiama le posizioni del leader ungherese Viktor Orbán: il rifiuto della ‘mescolanza di razze’ e dell’eventualità di diventare una popolazione incrociata”.

Riguardo al centro di accoglienza di Lampedusa scrive Ambrosini: “E’insistentemente sotto pressione a causa di arrivi che ne eccedono la capienza, anche di molto. Le navi che salvano le persone in mare potrebbero essere indirizzate verso altri porti, ma quando approdano a Lampedusa il trasferimento dei naufraghi verso altre destinazioni avviene nel giro di pochi giorni. Si potrà fare meglio, nella scelta dei porti di sbarco e nei tempi di ricollocazione. Ma sostenere che i profughi vengono trasferiti dall’isola perché arriva in visita un leader di partito, in questo caso Salvini, fa parte del repertorio propagandistico, non dell’analisi dei dati di realtà. Che non possono essere inceneriti da polemiche d’occasione. Non bisogna solo spegnere l’incendio dell’esagerazione e della propaganda, bisogna smettere di appiccarlo.

Se c’è una lezione da cogliere nella nuova polemica su (e da) Lampedusa, riguarda la necessità di uscire dalla percezione di un’emergenza permanente: dalla sponda Sud del Mediterraneo da anni arrivano dei profughi, come ne arrivano dalla rotta balcanica e di recente dall’Ucraina. La missione di un grande Paese democratico è quella di organizzare un’accoglienza responsabile e dignitosa, trasformandoli anche in risorsa per il proprio futuro.

 

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