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Cremona.Il Consiglio Comunale respinge l'adesione alla campagna UNICEF “Io come Tu"

| Scritto da Redazione
Cremona.Il Consiglio Comunale respinge l'adesione alla campagna UNICEF “Io come Tu

Ordine del giorno presentato in data 3 dicembre 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Maura Ruggeri) con cui si impegna il sindaco e la Giunta ad aderire alla campagna UNICEF “Io come Tu - Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi”.
Premesso che sono un milione i minori di origine straniera in Italia, 500mila dei quali sono nati nel nostro Paese. L'UNICEF ha deciso di promuovere, lo scorso 20 novembre, in occasione del 23esimo anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, la campagna Io come Tu – Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi proponendo al Comuni di compiere un gesto simbolico, ovvero concedere la cittadinanza onoraria ai minori, figli di genitori stranieri, nati e/o residenti nel comune. L'iniziativa, a cui diversi comuni hanno già aderito, potrebbe anche fare da stimolo, secondo l'Unicef, "ad una revisione dell'attuale legge sulla cittadinanza con un testo unificato e bipartisan, rispondente agli standard condivisi a livello internazionale in materia di diritti umani fondamentali”; la campagna è stata apprezzata e sostenuta dar Presidente Napolitano; ad oggi non risulta che il Comune di Cremona abbia aderito all'appello dell'Unicef. Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta ad aderire alla campagna Unicef “Io come Tu – Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi” attraverso il gesto puramente simbolico, ma di grande significato, del conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini nati nel Comune di Cremona, figli di genitori stranieri regolarmente residenti nel nostro Comune.

Dopo che la consigliera Maura Ruggeri ha illustrato l’ordine del giorno, è intervenuta l’assessore ai Diritti di Cittadinanza Maria Vittoria Ceraso: Scopo principale della campagna promossa dall'Unicef Italia “Io come tu”è garantire la non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che vivono, studiano e crescono in Italia promuovendo il dialogo sui diritti di cittadinanza esplicitato nello slogan “ Tutti uguali di fronte alla vita tutti uguali di fronte alla legge”. Per i bambini e gli adolescenti di origine straniera uno studio UNICEF Italia ha evidenziato un grave rischio di esclusione sociale e di mancanza di opportunità con il conseguente mancato  godimento dei propri diritti. Per tale motivo  l'UNICEF Italia attraverso la campagna “Io come tu” ha individuato alcuni ambiti di intervento che possono fare la differenza in maniera positiva per la vita di questi bambini ed adolescenti proponendo azioni concrete. Come Assessore ai diritti di cittadinanza tra le diverse azioni possibili ho proposto alla Giunta di aderire alla Campagna Anci “18 anni in Comune” attraverso la quale l'ANCI ha chiesto ai sindaci italiani di informare i ragazzi nati in Italia da genitori stranieri del loro diritto di acquisire la cittadinanza, entro un anno dal compimento della maggiore età. L’acquisto della cittadinanza e con essa della completa titolarità di diritti e doveri costituisce un passaggio chiave nel percorso verso la piena integrazione. A oggi la legge italiana (legge 91 del 5 febbraio 1992) non riconosce automaticamente la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia con genitori migranti, a meno che i genitori (o anche il solo padre) non siano a loro volta diventati cittadini. Secondo la legge, questi giovani nati in Italia, qualora siano stati continuativamente residenti sul suolo italiano per i loro 18 anni di vita senza assenze di oltre sei mesi, possono ottenere la cittadinanza entro i 19 anni di età, purché ne facciano richiesta.
In questo caso, la pratica segue una via breve e veloce. Ricevuta la dichiarazione di acquisto, in un tempo medio di 30 giorni per le verifiche del requisito della residenza continuativa i giovani, cittadini di fatto, lo diventano effettivamente. Ma dopo i 19 anni, se non sono state fatte valere le prerogative previste dalla legge, si perde la possibilità di ottenere il riconoscimento della cittadinanza e anche i ragazzi e le ragazze nati in Italia da famiglie migranti, cresciuti insieme ai ragazzi italiani, debbono affrontare lunghi percorsi burocratici, della durata di diversi anni, prima di vedersi riconosciuti i diritti del cittadino.
I ragazzi che perdono questa importante opportunità prevista dalla legge e non presentano la domanda di cittadinanza, si troveranno di fronte a un’autentica corsa a ostacoli, che imporrà loro: di presentare la richiesta di cittadinanza, fare richiesta annuale di permesso di soggiorno (se si è studenti con obbligo di esami, se si è lavoratori e si rimane disoccupati con possibilità di essere rimandati nel Paese d’origine dei genitori) e l’impossibilità di assentarsi per progetti di studio, ad esempio Erasmus. Attraverso l'adesione a questa campagna ho scritto ai ragazzi e alle ragazze, che sono diventati maggiorenni e che risultano essere nati nel nostro Comune, o comunque sul suolo italiano, e sono residenti nel nostro comune informandoli della possibile di richiedere la cittadinanza italiana. Nel 2012 sono state scritte 19 lettere e hanno ottenuto la cittadinanza in 14 (5 non avevano i requisiti ma hanno avviato il procedimento più lungo). Nel 2013 saranno 16 e 2 hanno già ottenuto la cittadinanza. Il Comune ha sostenuto un’iniziativa di learning week con gruppi di adolescenti sul tema della cittadinanza e dell'integrazione.
Rispetto al tema della cittadinanza onoraria, pur ritenendo pregevole l'iniziativa, si ritiene di attribuire al suddetto istituto il valore di riconoscimento di particolari meriti a singole persone. In ogni caso come Assessorato ai Diritti di Cittadinanza attraverso l'attività del Centro Interculturale Mondinisieme ho cercato di attivare politiche per garantire senza alcuna discriminazione tra cittadini e stranieri residenti sul nostro territorio: l'accesso ai servizi; favorire l'esercizio di diritti e doveri; promuovere la conoscenza  e il rispetto delle reciproche culture.

Dopo l’intervento dell’assessore Ceraso, hanno preso la parola i consiglieri Annamaria Abbate (Partito Democratico), Luca Grignani (Popolo della Libertà), Daniele Burgazzi (Partito Democratico), Italico Maffini (Lega Nord) e Alessandro Corradi (Partito Democratico).

Al termine, dopo una breve replica dell’assessore Ceraso, l’ordine del giorno è stato posto in votazione e respinto: su 37 consiglieri, 15 hanno votato a favore, 15 si sono astenuti e 7 hanno votato contro.

 

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