Decreto carceri: Fp Cgil, una legge per pochi ‘eletti’
Aumentare le retribuzioni per tutto l’organico che lavora in ambito penitenziario
Roma, 7 agosto – “Il Decreto Carceri coglie l’occasione, ancora una volta, per affermare una visione proprietaria degli apparati dello Stato per elargire fino a 200 euro al mese per 13 mensilità ad alcuni “eletti” all’interno di una categoria ben più ampia di lavoratori di pari qualifica e dipendenza che pure svolgono lo stesso servizio”. Questo il commento di Florindo Oliverio, segretario nazionale della Funzione Pubblica CGIL, a seguito dell’approvazione in via definitiva del Decreto a firma della Presidente del Consiglio e dei ministri di Giustizia, Economia e Pubblica amministrazione.
Il decreto, infatti, prevede una “Indennità di specificità organizzativa penitenziaria” in favore di funzionari, assistenti e operatori, dipendenti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della giustizia, in servizio presso gli istituti penitenziari, “al fine di riconoscere la specificità ed assoluta peculiarità dell’attività svolta nell’ambito penitenziario e al fine di compensare i carichi e le responsabilità organizzative gestionali”.
“Noi siamo sempre, naturalmente, per aumentare le retribuzioni di tutti – sottolinea Oliverio – e non possiamo tacere che stavolta ci è mancato poco che, per giustificare la spesa di 10 milioni e mezzo di euro, non si indicassero i nomi e cognomi dei 3.400 destinatari sui 9.400 in organico del comparto funzioni centrali, che pure svolgono la propria attività “nell’ambito penitenziario” e con significativi “carichi e responsabilità organizzative gestionali”.
La funzione dell’esecuzione penale dentro o fuori le mura di un carcere – prosegue – è infatti la stessa e, anzi, alla peculiarità di chi lavora in carcere fianco a fianco con i lavoratori del comparto sicurezza si sostituisce la complessità di dover gestire l’esecuzione delle pene in ambiente esterno senza il contenimento carcerario. Solo la visione di un uso proprietario del potere rende miopi di fronte a questa evidenza.
E ancor più sprezzante delle regole appare il comportamento del ministro della PA che svuota progressivamente la contrattazione integrativa del ministero della giustizia elargendo cifre dal vago sapore clientelare mentre dichiara di non avere risorse per permettere un adeguato rinnovo del CCNL delle funzioni centrali.
Siamo troppo abituati al governo che smentisce sé stesso nelle vicende contrattuali di questa stagione e per questo continueremo a difendere la contrattazione integrativa per tutte e tutti e a tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ad avere un rinnovo del contratto dignitoso”, conclude Oliverio.