Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 12.25

Don Annibale Carletti , di Motta Baluffi, un vero antifascista | Giuseppe Azzoni

Signor direttore, (…..) della importante iniziativa promossa dal Comune di Motta Baluffi per ricordare Annibale Carletti, che vi nacque nel 1888.

| Scritto da Redazione
Don Annibale Carletti , di Motta Baluffi, un vero antifascista | Giuseppe Azzoni

Don Annibale Carletti , di Motta Baluffi, un vero antifascista | Giuseppe Azzoni

Signor direttore, (…..) della importante iniziativa promossa dal Comune di Motta Baluffi per ricordare Annibale Carletti, che vi nacque nel 1888.

Avrei partecipato volentieri, perché su Annibale Carletti ho trovato, nel corso di passate ricerche d’archivio, numerosi riscontri di notevole interesse. Purtroppo non mi sarà possibile ma vorrei ugualmente, grazie al giornale, dare un piccolo contributo.

All’epoca la Domenica del Corriere dedicò a don Carletti una delle sue famose copertine perché - durante le gesta dell’esercito italiano che arginarono la potente spedizione punitiva austriaca del 1916 – egli, cappellano militare, si sostituì all’ufficiale comandante del suo reparto (che era stato ferito) conducendo di persona un contrattacco che salvò la sua trincea.

Episodio eroico che gli valse la attribuzione della medaglia d’oro al valore! Il giornale interventista cremonese di Groppali e Farinacci La Squilla esaltò il «prete di S. Ambrogio» per aver «guidato all’assalto i nostri soldati», contrapponendolo ai «preti robusti e ben pasciuti» non arruolati che si sarebbero dovuti chiamare alle armi (La Squilla del 27 maggio e 17 giugno 1916).

Era il periodo in cui don Carletti come don Primo Mazzolari, di cui fu grande amico, parteciparono alla Grande Guerra come cattolici che volevano l’indipendenza dell’Italia intera dall’impero austroungarico.

Di questa amicizia, anche per gli aspetti che riguardano la fede e l’uscita dal sacerdozio di Carletti, si ha testimonianza nel libro di don Mazzolari La Pieve sull’argine in cui l’autore usa per lui lo pseudonimo don Lorenzo Ferretti.

Comunque i successivi tentativi di strumentalizzare il patriottismo di questi sacerdoti da parte del nazionalismo fascista non ebbero certo fortuna. Ciò è ben noto per don Mazzolari ma anche Annibale Carletti sarà intestatario di un corposo fascicolo, il numero 755, che ritroviamo in Archivio di Stato nel casellario politico della Questura di Cremona del periodo del regime.

Egli vi è definito «noto oppositore, medaglia d’or o, non iscritto a nessuna organizzazione fascista». La nostra Questura era incaricata dal ministero Interni e da quella di Firenze di sorvegliarne ogni movimento, incontro, comportamento nelle estati di quegli anni.

Al l’epoca Carletti risiedeva a Firenze, dove era dottore in Scienze sociali, ma passava diverse settimane a Cremona ogni estate avendo qui una sorella e diverse amicizie e conoscenze. Stava in una cascina di Bosco ex Parmigiano dalla sorella, in una sua villa a Cingia de’Botti, in una cascina a Crotta, a Cremona all’alber go Impero.

La Questura di Firenze avvertiva alla sua partenza quella di Cremona perché venisse vigilato. Dagli anni 20 al ’43 sono moltissimi i foglietti e telegrammi sui suoi spostamenti da Firenze a Cremona e poi in Lombardia. I numerosi verbalini segnalano per esempio che «ha incontrato l’amico oppositore Benvenuti Pietro a Bergamo 21.10.1929», ovvero che il «20.3.43 ore 12.18 partito linea Codogno...»”. Le comunicazioni erano quindi inviate da Cremona al ministero Interni e alla Questura di Firenze. Non ebbe particolari rilievi o sanzioni ma questa «medaglia d’oro» causava evidente imbarazzo e fastidio al regime.

Giuseppe Azzoni Cremona

Per saperne di più https://it.wikipedia.org/wiki/Annibale_Carletti

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