Proprio nei Paesi più floridi si trascorrono più ore settimanali al lavoro. Perché? In parte per la produttività più alta, sicuramente. Ma molto dipende anche dal successo del part time, che viene scelto da moltissime donne dei Paesi del Nord. Quelli che guarda caso presentano tassi di occupazione maggiori. Di fatto si spalma il lavoro su più persone, ognuna delle quali lavora di meno. Cosa possibile quando, appunto, la produttività è tale da riuscire a remunerare bene anche chi fa solo 4 ore al giorno.
Per l’OCSE i greci lavorano più di tutti, almeno chi un’occupazione ce l’ha, 39 ore la settimana, anche più dei russi con 38 ore, dei polacchi e dei Baltici, con 36 e 37. L’Italia e la Slovacchia con 33 ore si pongono allo steso livello della Spagna. Sta crescendo nel Belpaese, ma è ancora ridotto, il ricorso al part time. Che invece ha molto più successo nei Paesi Bassi, dove non a caso si scende a 27 ore settimanali, come in Danimarca e Norvegia. Ma il record minimo è proprio della Germania, solo 26 ore. Insomma, è stato messo in pratica il detto “lavorare meno, lavorare tutti”. La piena occupazione è di fatto una realtà, e forse sarebbe stato difficile raggiungerla senza i part time. Qualcosa da imparare anche in Italia e in altri Paesi.
(Gianni Balduzzi via Termometropolitico.it, cc-by-nc-nd)