Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 14.41

Ecco perché cala il numero di morti anche se il virus non si è indebolito

Vittorio Demicheli è l’epidemiologo alla guida della task force della Regione Lombardia e direttore sanitario dell’Ats di Milano

| Scritto da Redazione
Ecco perché cala il numero di morti anche se il virus non si è indebolito

Tre mesi con il dato dei decessi quasi sempre in tripla cifra. Per questo ieri, quando nel quotidiano bollettino della regione Lombardia è uscito «zero» alla voce decessi a tanti sono luccicati gli occhi. «Restano da fare verifiche coi Comuni, ma il segnale resta chiaro. E non ci sarebbe troppo da sorprendersi», spiega Vittorio Demicheli, epidemiologo alla guida della task force della Regione e direttore sanitario dell’Ats di Milano.



A molti è suonato come un miracolo...

«Man mano che l’epidemia anche in Lombardia retrocede si ragiona su numeri sempre più piccoli. Il dato dei decessi rispecchia l’andamento anche se indica sempre storie cliniche iniziate qualche settimana prima. È una conseguenza anche del dato che emerge dalle terapie intensive».



In che senso?

«A morire sono quasi sempre i malati più gravi che spesso erano intubati. Se il numero nelle ultime settimane è sceso da oltre 1.300 ai 197 di ieri significa che sono molte meno anche le persone con un quadro clinico compromesso. I dati vanno letti nel loro complesso».

È tra quelli che considerano che il virus sia meno letale?

«Su questo non si hanno certezze. Credo invece che stiamo vivendo un fenomeno che gli inglesi chiamano harvesting. Il virus ha fatto la cosiddetta “mietitura”, ha accelerato quindi il percorso clinico di persone fragili, in molti casi con altre patologie. Può essere che ora abbia consumato il bacino dove poteva fare più danni e si presenti con letalità contenuta».

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