«Non potremo raggiungere l’immunità di gregge attraverso le vaccinazioni prima di 6-8 mesi», ha dichiarato nella conferenza stampa di presentazione del monitoraggio settimanale dell’ISS Giovanni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute. Uno scopo perseguibile solo con la somministrazione del vaccino a un numero di persone sufficiente per evitare la progressiva diffusione del contagio. Si tratterebbe dunque di settembre del prossimo anno, in attuazione della fase 4 del Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19.
Se logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto delle dosi del vaccino dipendono dal piano vaccinale elaborato dai singoli Stati Membri dell’Unione Europea, gli accordi di acquisto con le case farmaceutiche sono stati invece siglati dalla Commissione Europea. Un approccio centralizzato, volto a garantire distribuzione equa e contemporanea dei vaccini a tutti i Paesi UE. Ma che ora potrebbe essere la causa di un diffuso ritardo nelle vaccinazioni.
La casa farmaceutica americana Pfizer ha dichiarato che dovrà temporaneamente ridurre la consegna delle dosi di vaccino anti COVID-19 destinate all’Unione Europea. A riportare la notizia è un comunicato stampa del Norwegian Institute of Public Health, il ministero della Salute norvegese. «Ci è stato detto questa mattina poco prima delle dieci che riceveremo 36,075 dosi di vaccino Pfizer-BioNTech invece delle 43,857 attese», si legge nel comunicato.
La riduzione sarebbe causata dalla necessità di Pfizer di riorganizzare il processo di produzione dei vaccini nella fabbrica di Puurs in Belgio. L’obiettivo è aumentare la propria capacità produttiva da 1,3 miliardi a 2 miliardi di dosi per anno. Una difficoltà tecnica che parrebbe riguardare tutti i Paesi europei e che determinerà un rallentamento di tre-quattro settimane nelle consegne delle dosi di vaccino attese per gennaio e febbraio. Non è tuttavia chiaro quando Pfizer potrà tornare alla massima capacità produttiva né se il ritardo riguarderà solo l’Unione Europea o anche zone extra UE.
Il commissario straordinario per l’emergenza COVID-19 Domenico Arcuri ha comunicato che Pfizer consegnerà all’Italia circa il 29% di fiale in meno rispetto alla pianificazione originaria. «Non solo: Pfizer ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue, altresì annunciando che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura», ha dichiarato Arcuri. Secondo quanto riportato da ANSA, sarebbero in esaurimento in alcune regioni le dosi di vaccino a disposizioni degli ospedali. Il commissario staordinario ha dunque inviato una formale risposta a Pfizer Italia, «nella quale esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel Paese».
Sei stati membri dell’Unione Europea si sono rivolti alla presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Layen. «È una situazione inaccettabile, che impatta non solo sulla pianificazione delle vaccinazioni ma anche sulla credibilità del processo vaccinale», si legge nella lettera firmata dai ministri della Salute di Svezia, Danimarca, Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia (fonte Politico). Secondo quanto riportato dal Financial Times, conferme sui ritardi sarebbero state ottenute dai rappresentanti locali di Pfizer-BioNtech, affermando che le consegne programmate sarebbero destinate a «ridursi significativamente». Dura anche la posizione del ministro della Salute tedesco Jens Spahn: «i ministri federali e statali alla sanità prendono atto con rammarico di questo annuncio così inaspettato e dato con scarso preavviso. Tanto più considerando che l’azienda si era impegnata per date di consegna vincolate fino a metà febbraio», si legge in un tweet.
La presidentessa von der Layen ha comunicato di avere contattato Albert Bourla, CEO di Pfizer, per ottenere risposte. «Mi ha spiegato che ci sarà un ritardo nelle consegne nelle prossime settimane, ma mi ha anche garantito che le dosi previste per i primi quattro mesi saranno tutte consegnate entro quel periodo», ha spiegato.
Sanofi, la più grande casa farmaceutica francese, potrebbe produrre nei propri stabilimenti i vaccini anti Covid-19 brevettati e sviluppati da altri. L’idea è stata comunicata in un tweet dalla ministra dell’Industria Agnes Pannier-Runacher: «Ho chiesto a Sanofi di studiare la possibilità di produrre vaccini già disponibili sul mercato: è dunque un aspetto che Sanofi sta valutando».
Come riportato da France24, Sanofi avrebbe comunicato all’agenzia AFP di stare analizzando la fattibilità di un supporto ad alcuni produttori di vaccini in alcune fasi di produzione. Si tratterebbe comunque di discussioni in fase ancora iniziale. La notizia che potrebbero essere coinvolti i vaccini di Pfizer-BioNTech e Janssen di Johnson&Johnson non è a oggi confermata.