Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 14.06

Enrico Letta non serve un nuovo segretario del PD ma un nuovo PD | G.C.Storti

In una relazione ampia Enrico Letta ha tracciato un primo percorso per aprire un dibattito all’interno del PD che si chiuderà in una prossima assemblea nazionale.

| Scritto da Redazione
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Enrico Letta non serve un nuovo segretario del  PD ma un nuovo PD | G.C.Storti

 Credo che questa sia l’affermazione che dà il senso del lavoro che attende al Partito Democratico.

In una relazione ampia Enrico Letta ha tracciato un primo percorso per aprire un dibattito all’interno del PD che si chiuderà in una prossima assemblea nazionale.

Certo come ho già scritto una parte del PD ha deciso, freddamente, dopo la costituzione del governo Draghi di dare l’assalto al quartier generale per logorare , distruggere Zingaretti, eletto nelle scorse primari con circa 1miulione e 200mila voti.

E questo è seguito alla determinazione con la quale il Renzi ha fatto saltare il Governo Conte 2.

Atteggiamenti brutali della lotta politica che sicuramente aiutano a diminuire il prestigio delle regole democratiche che sono alla base del nostro vivere civile e della Costituzione.

Zingaretti , al quale centinaia di militanti hanno espresso solidarietà e sostegno,  ha dato uno scossone a questo PD prigioniero, non tanto delle correnti, ma dei gruppi di potere.

Con questo atto Zingaretti  ha aperto una fase nuova per il PD . L’indicazione di Enrico Letta si mostra all’altezza della situazione. Un segretario non eletto a termine ma fino alla prossima scadenza naturale del congresso..

Questo tempo va usato per creare un nuovo PD ed una colazione vincente di centrosinistra.

Per una prima riflessione vi propongo tre punti che Piero Fassino indica in un post che ha diffuso.

Ecco che scrive Piero Fassino : “ Di fronte a Enrico Letta e al PD tre sfide decisive.

La prima: il successo del governo Draghi. Se infatti il governo è sostenuto da una larga maggioranza di emergenza, non vi è dubbio che il PD è il partito che più è vicino al profilo e al programma dell'esecutivo. E se le idee di Draghi e del PD coincidono, allora il PD non può che impegnarsi con determinazione per il successo del governo, perché un eventuale suo insuccesso sarebbe il fallimento anche del PD.

La seconda: la riorganizzazione del campo progressista. Il governo Draghi non è una parentesi, esaurita la quale, il sistema politico ritornerà a quel che era. Non è così, tant'è che a sole tre settimane dalla formazione della nuova maggioranza, né il centrosinistra, né il centrodestra sono più quelli di prima. Il tempo del governo Draghi sarà dunque un tempo di ristrutturazione del sistema politico e il PD dovrà misurarsi con la riorganizzazione del campo progressista, partendo dal consolidamento dell'alleanza PD-5s-LeU ma allargando il campo alle tante energie della società italiana che possono concorrere ad un programma riformista di rinnovamento del Paese.

La terza: la ricostruzione di un partito che "respiri con la società" e viva in presa diretta inquietudini, ansie, speranze, domande dei cittadini. Un partito che ritrovi radicamento territoriale e sociale e sia capace di essere punto di riferimento per quanti vogliono vivere in un Paese più giusto, più sicuro, più moderno.

Tre sfide che per essere vinte chiedono a tutto il PD - e in primo luogo ai suoi dirigenti nazionali e locali - un sussulto di consapevolezza e di responsabilità. Enrico Letta ha scelto di mettersi in gioco. A ogni dirigente e militante del PD è richiesto di non essere da meno”.

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Avremo modo di riflettere su queste ed altre questioni. Quello che è certo è che ‘ i gruppi di potere debbono essere annullati-azzerati’ e debbono riprendere fiato i contenuti.

Chi sta dentro oggi nel PD sarà in grado di dare un contributo per la sua ‘rifondazione’ ?

 Letta è stato eletto con 860 voti favorevoli, 2 contrari, 4 astenuti il che starebbe a significare che c’è un ampia condivisioni sul programma che il nuovo segretario ha illustrato in assemblea.

 Ho un però.

Anche sul nostro territorio ho visto ‘troppe conversioni sulla via di Damasco’, uomini che fino a pochi giorni or sono sparavano contro l’ intera dirigenza del PD e che oggi applaudono il nuovo segretario come se la sua elezione fosse una loro vittoria.

Solo gli stupidi non cambiano idea (ed in questo momento tale mi fanno sentire) ma molte di queste ‘conversioni ‘ non mi convincono e paiono appartenere a comportamenti  ‘camaleontici’

Spero vivamente di sbagliarmi.

 Gian Carlo Storti Cremona

15 marzo 2021

 

 

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