Fiorenzo Gnesi 'Che cosa avranno mai fatto? In fondo era solo un extracomunitario'.
Ecco, forse più ancora dell'omicidio stesso, nonostante la sua brutalità, è questa frase, che sarebbe stata pronunciata in caserma da un parente dei due giovani accusati di aver ucciso a botte Willy, ad agghiacciarmi il sangue.
Non importa, qui, dire che Willy era un italiano, né che era un ragazzo minuto di fronte a quattro marcantoni imbevuti di machismo e violenza.
Quello che bisogna considerare sotto ogni aspetto è che in certi ambienti la vita umana ha valori diversi a seconda di colui (o colei) cui appartiene. La logica per cui un immigrato, un negro (o una donna, o un omosessuale...), può essere anche ucciso.
O lasciato sul barcone che affonda. Perché in fondo la differenza tra l'omicidio e il rifiuto del salvataggio, dell'assistenza, dell'accoglienza è solo quantitativa, di "intensità". C'è, in entrambi i casi, il mancato riconoscimento di quelle persone come esseri umani, una dis-umanizzazione del "diverso". E che nome ha questo atteggiamento se non razzismo?