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Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale

Osservatorio Agri&Food di CremonaFiere Notiziario n.22 del 05/05/2014

| Scritto da Redazione
Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale

LATTE.Costo di produzione e prezzi, per gli allevatori il margine si riduce. Il Crpa di Reggio Emilia (Centro ricerche produzioni animali) in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e con l’Associazione produttori latte del Veneto ha pubblicato i dati relativi ai costi di produzione e di trasformazione del latte destinato rispettivamente al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano per l’anno 2012. Per il terzo anno consecutivo la produzione nel nostro Paese ha registrato un andamento positivo, con un aumento complessivo dello 0,5%. La Lombardia è in testa su tutte le altre regioni (+1,1%) seguita dall’Emilia Romagna (+0,89%) e dal Piemonte (+1,05%). Nello specifico, per produrre 100 kg di latte da destinare alla produzione di Parmigiano Reggiano in un’azienda situata in pianura con una media di 127 vacche il costo è stato di 60,85euro/cad.; per quelle che invece producono per Grana Padano e/o latte alimentare, sempre in pianura,  con una consistenza media però di 87 bovine, il costo di produzione è stato di 57,24euro/100kg. con un divario tra le due tipologie di formaggi pari al 12,8%. Il prezzo di riparto per il latte, si legge ancora nel documento firmato da Keest De Roest, Alberto Menghi ed Eugenio Corradini, basato sulle effettive vendite di Parmigiano Reggiano nel 2013 ha registrato una stima di circa 52,75euro/100kg con un calo del 12% rispetto all’anno prima. Un valore che ha visto scendere del 33% il margine per gli allevatori se confrontato con il 2011, fissandolo a 16,97euro/100kg.  Per quanto riguarda il Grana Padano le forti variazioni registrate rispetto al 2011 hanno permesso di ottenere un margine di 15,20euro/100kg: -43%. Infine il latte alimentare. Il margine è stato di 9,31euro/100kg di latte. La diminuzione, sul 2011 è stata del 28%.

SUINI.Produrre suini pesanti costa sempre di più.Sempre il Crpa, nei giorni scorsi, ha diffuso i dati sui costi di produzione dei suini relativi al 2013. Pur in presenza di un calo consistente del numero di capi allevati, che in 3/4 anni si è ridotto del 10% arrivando a dicembre 2013 a 8.561.000 suini allevati per il circuito tutelato, la produzione è rimasta stabile. Questo, secondo l’analisi illustrata da Keest de Roest del Crpa, è dovuto all’aumento del numero dei suini svezzati per scrofa, oggi a 23,60 a fronte di 23,35 del 2012, 22,79 del 2011 e 22,01 del 2010. Un aumento della produttività che ha in parte compensato l’effetto del rialzo dei prezzi delle materie prime, uniti ai costi generali legati alle imposizioni fiscali che dal 2012 pesano sui fabbricati rurali. Per quanto riguarda i costi di produzione quindi, nel 2013 per produrre un kg di carne con un suino pesante (160-176kg) destinato al circuito tutelato e allevato in un allevamento a ciclo chiuso sono stati necessari 1,53euro (nel 2012 era di 1,50euro/kg). Un centesimo in più, 1,54euro/kg, (invariato rispetto all’anno prima) è costato un suino pesante nella fase di ingrasso e 2,47euro/kg il magroncello (nel 2012 il costo era stato di 2,45euro/kg) entrambi prodotti in un allevamento a ciclo aperto.

NUOVA PAC.Agrinsieme auspica una ripartizione razionale delle risorse.Le organizzazioni agricole e cooperative riunite in Agrinsieme (Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari) e i sindacati del comparto agroalimentare Flai-Cgil e Uila-Uil hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale evidenziano che "dalle scelte che il nostro Paese si appresta a compiere rispetto agli aiuti accoppiati della nuova Pac dipenderà il futuro di intere filiere agroalimentari di importanza strategica per il nostro Paese”. Lo riporta una nota dell’Agenzia Agrapress. “Riteniamo indispensabile – continua il documento - che il criterio con cui verranno allocate le risorse non sia improntato ad una semplice ripartizione di spesa tra le regioni, ma discenda piuttosto da una attenta riflessione su quali siano le filiere più importanti sia dal punto di vista produttivo  che delle ricadute occupazionali”. Il comunicato sottolinea che i firmatari si appellano agli assessori regionali all’Agricoltura e al ministro per le Politiche agricole affinchè, nel prossimo incontro del 30 aprile, si presti la massima attenzione a queste imminenti scelte “dalle quali dipende il futuro e la competitività delle aziende agroalimentari e, al pari, anche la stabilità lavorativa di migliaia di dipendenti. Non devono pertanto rimanere escluse filiere agroindustriali ad alta intensità di manodopera per le quali altri Paesi europei hanno già previsto incentivi accoppiati alla produzione", è stata la conclusione del comunicato.

AMBIENTE.Chimica verde e bioeconomia, un binomio vincente a favore della sostenibilità.Lo sviluppo dell’industria bio-based, molto incoraggiato anche dalla Commissione europea a cui ha fatto eco il ministero dell’Istruzione e della Ricerca, si pone come obiettivo la messa a punto di prodotti e processi produttivi meno inquinanti attraverso un impulso alla riconversione verde della chimica italiana. Il Miur  ha identificato nella chimica verde, ed in particolare nello sviluppo di tecnologie di trasformazione di biomasse sostenibili197, uno dei settore prioritari del bando dedicato ai Cluster Tecnologici Nazionali198, in linea con gli obiettivi indicati dalla Commissione Europea in Horizon 2020199. Lo sviluppo della bioeconomia è anche un’occasione per promuovere la riqualificazione di siti produttivi ormai obsoleti e in disuso.Oggi, i grandi impianti chimici censiti dall’Osservatorio Chimico Nazionale sono circa 13 e tutti in crisi irreversibile. La crescita esponenziale di impianti “a bocca di pozzo”, che ha caratterizzato gli ultimi anni, conferma la necessità di ricostruire la competitività delle industrie italiane, e più in generale europee, su basi completamente diverse: nuove tecnologie, materie prime locali e valorizzazione delle potenzialità dei territori, declinando il tutto in chiave di basso impatto ambientale e di efficienza nell’uso delle risorse. Le produzioni a basso impatto, le risorse rinnovabili e la ricerca di nuovi modelli di economia di sistema sono le tre linee guida per rilanciare la chimica italiana secondo un approccio che coniughi competitività e sostenibilità ambientale e sociale.

Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale.

Il Decreto del Governo non penalizza il mondo agricolo.Niente Imu sui fabbricati rurali ad uso strumentale e taglio dell’Irap del 10%. Sono alcune delle novità che interessano il settore agricolo contenute nel decreto legge “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale – Per un’Italia coraggiosa e semplice”, approvato dal Consiglio dei Ministri.  Oltre a confermare l’esclusione dei fabbricati dal pagamento dell’Imposta municipale unica, il provvedimento introduce un taglio del cuneo fiscale per quanto riguarda l’aliquota Irap, che passa dall’1,9 all’1,7 per cento. Il decreto mantiene anche le agevolazioni per il gasolio agricolo, l'esenzione Ires per le cooperative agricole e di piccola pesca e il regime speciale dell'Iva per le imprese agricole. Sarà ridefinito l’elenco dei terreni collinari e montani ai fini dell’applicazione delle relative agevolazioni.   E’ prevista infine l’equiparazione a fini delle imposte sui redditi alle altre attività connesse della produzione di energie rinnovabili effettuata dalle imprese agricole. (Fonte: www.coldiretti.it)

L’export agroalimentare italiano ha ripreso vigore.Dopo la stasi di gennaio tornano a crescere le esportazioni agroalimentari che segnano, nel loro complesso, un promettente +4,4%. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati sul commercio estero nel mese di febbraio, diffusi nei giorni scorsi dall’Istat. “L’agroalimentare, con oltre 170 miliardi di euro di fatturato, è il secondo settore del Paese, ed è soprattutto l’export il suo vero motore – osserva Confagricoltura – con oltre 33 miliardi di euro nel 2013 e un incremento di quasi il 5% sull’anno precedente (obiettivo raggiungibile e superabile anche quest’anno). La strada da seguire – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - non può che essere  quella della modernizzazione di tutta la filiera agroalimentare, costruendo così il ‘vero’ made in Italy, con regole e parametri qualitativi italiani”. (Fonte: www.confagricoltura.it)

“Garanzia per i giovani”, dal protocollo di intesa ampie chances per gli under 35.L’agricoltura apre le porte ai giovani e scommette sul futuro. Nei prossimi mesi nelle campagne italiane si possono creare oltre 20mila nuovi posti di lavoro. A rendere reale questa importante opportunità è il Protocollo d’intesa (firmato il 22 aprile a Roma) fra il ministero del Lavoro, la Cia-Confederazione italiana agricoltori e la sua Associazione giovani imprenditori agricoli (Agia). Si tratta di un significativo atto concreto del Piano nazionale “Garanzia per i giovani” che prevede uno stanziamento complessivo per tutti i settori produttivi di 1,7 miliardi di euro. Il protocollo - firmatodal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dal presidente della Confederazione Dino Scanavino e dal presidente di Agia Luca Brunelli - consentirà alle imprese agricole associate di attivare tirocini e rapporti di apprendistato con giovani che intendono avvicinarsi all’agricoltura. Nello stesso tempo sono previste anche azioni per l’auto-imprenditorialità.Nell’ultimo anno sono stati i giovani a contribuire in modo tangibile alla crescita nei campi del lavoro dipendente, visto che gli occupati con meno di 35 anni sono cresciuti del 5,1 per cento. (Fonte: www.cia.it)

La Mortadella è buona, piace e gli italiani ne acquistano sempre di più.La Mortadella Bologna Igp ha chiuso il 2013 con numeri di tutto rispetto. La produzione è stata di oltre 38milioni di kg, in linea con i dati registrati l’anno precedente nonostante la crisi economica abbia prodotto numeri negativi anche nel settore alimentare. Lo rende noto il Consorzio di tutela. Il 77,6% delle vendite totali di mortadella Bologna Igp viene venduta prevalentemente al banco taglio, mentre il 22,4% viene commercializzata al libero servizio: vaschette preconfezionate, tranci o piccoli formati. Per quanto riguarda l’export, il Consorzio stima una quota del 10%, destinato prevalentemente al mercato europeo. (Fonte: www.ivsi.it)

Per soia e mais previste produzioni mondiali in aumento.Secondo le elaborazioni di Clal su dati Usda la produzione mondiale di mais per la stagione 2013-2014 è prevista a 973.90milioni di t. (+6.38milioni di t.) rispetto alle stime formulate a marzo. E’ previsto un aumento delle esportazioni statunitensi di 3.17 milioni di t. con un calo degli stock finali a causa del crescente ritmo delle vendite effettuate a marzo e per la maggior domanda globale attesa. Per quanto riguarda la soia, l’elaborazione di Clal parla di una produzione mondiale che, per la stagione 2013-2014, si conferma a livelli record con 284.05 milioni di t. Negli Stati Uniti continua l’aumento atteso delle esportazioni con un +1.36 milioni di t. nonostante i prezzi elevati e i raccolti abbondanti effettuati in Sud America. Verso la Cina poi l’export continua a mantenere livelli elevati. E’ comunque previsto un forte aumento delle importazioni (+86%), soprattutto in arrivo dal Sud America: (Fonte: www.clal.it)

La Danimarca in campo per il rispetto della normativa sul benessere.Il ministro dell'Agricoltura danese, Dan Jørgensen, lancerà una nuova campagna di ispezioni diretta ad assicurare che gli allevatori di suini adempino alle norme sul benessere correlate all'uso di materiali manipolabili nei box che permetta ai suini di poterli usare. Lo rende noto il sito 3tre3.it. Il Ministero ha deciso di mettere in atto una campagna di sensibilizzazione dopo la scoperta di numerose violazioni della normativa. Di circa 600 allevamenti nei quali il DVFA ha condotto controlli sul benessere nel 2012, a circa 100 sono state emesse avvertenze per la mancanza di materiali manipolabili a libero contatto con i suini. Le violazioni della normativa possono essere sanzionate con una avvertenza, un atto giudiziario o investigazione da parte della polizia. Gli allevatori che non adempieranno alla normativa rischiano di perdere parte dei sussidi della UE nel caso di inadempienze continuate. La campagna, iniziata in aprile, si estenderà fino al prossimo autunno. (Fonte: www.3tre3.it)

Grande spazio a Expo 2015 per far conoscere l’agroindustria italiana.Due padiglioni e circa 2.600 mq per raccontare l’agroindustria italiana ai visitatori di Expo 2015, in un viaggio interattivo per scoprirne i prodotti, i protagonisti, la ricchezza dei territori, i marchi e gli imprenditori che li hanno creati e sviluppati, rendendoli un riferimento per l’economia del Paese e ambasciatori dell’italian food nel mondo. Sono le caratteristiche di Federalimentare 4EXPO, progetto di edutainment che Federalimentare, la Federazione dell’industria alimentare italiana ha presentato a Expo 2015 SpA. I 2 padiglioni polifunzionali di circa 1.300 mq ciascuno si svilupperanno su 3 piani e saranno collegati tra loro da una passarella di 8 metri di larghezza. Coinvolgerà circa 500 tra aziende, consorzi e organismi istituzionali del made in Italy alimentare e ospiterà nei suoi spazi istituzionali fino a 200 eventi nei 6 mesi della manifestazione. (Fonte: www.federalimentare.it)

 

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