Egregio direttore, ha fatto molto scalpore il fatto del gatto incaprettato e salvato da un nostro concittadino che è prontamente intervenuto e l’ha salvato da una morte orrenda. Ormai queste notizie non dovrebbero più sorprenderci visto che le crudeltà verso gli animali sono frequenti e i maltrattamenti sono inflitti il più delle volte dagli stessi detentori. In questo caso salta all’occhio il contesto: un professionista, deduciamo persona socialmente stimata, con strumenti culturali che potrebbero facilitare la ricerca di soluzioni, non ha esitato a studiare un piano criminale per far fuori l’animale che lo infastidiva. Non possiamo fare a meno di chiederci cos’avrà mai fatto un gatto per meritare una simile fine…Gli avvelenamenti ad esempio, gli spari contro gli animali sono all’ordine del giorno. Se da un lato ci sono persone che non tollerano l’abbaiare dei cani dei vicini o la presenza di gatti nei loro giardini, dall’altro c’è tanta maleducazione anche nei detentori di animali domestici. Non possiamo entrare nel merito della vicenda in quanto non ne conosciamo i dettagli, ma il gesto appare sproporzionato. In questo caso il suo gesto è stato sventato da una persona che non ha girato la faccia dall’altra parte ma si è messo all’inseguimento del personaggio che ha lasciato per strada il gatto con le corde al collo e alle zampe e una spugna in bocca. Cogliamo l’occasione per ringraziare il giovane che ha salvato il gatto e le forze dell’ordine che hanno trovato il responsabile di questo triste fatto. Volenti o nolenti tutti dovrebbero saperlo. (...)
Maria Pia Superti (LAV Cremona)
