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GERMANIA: IL GAS DI PUTIN DIETRO ALLA GRANDE COALIZIONE TRA LA MERKEL E LA SPD

| Scritto da Redazione
GERMANIA: IL GAS DI PUTIN DIETRO ALLA GRANDE COALIZIONE TRA LA MERKEL E LA SPD

I cristianodemocratici della CDU-CSU e i socialdemocratici hanno concordato l'introduzione di un salario minimo, la riduzione dell'età previdenziale, la concessione più diffusa della doppia nazionalità, ed una spartizione dei Ministeri. Concesso anche al monopolista statale russo del gas Gazprom il controllo totale dei gasdotti che trasportano il gas russo nel territorio della Germania e il potenziamento del Nordstream, controllato dall'ex-Cancelliere SPD Gerard Schroder

La Germania si erge a paladina e controllore dell'Europa, ma è la prima a piegare le leggi dell'Unione Europea per i suoi interessi nazionali e, sopratutto, alle logiche politiche interne. Nella giornata di giovedì, 27 Novembre, il Partito cristianodemocratico del Cancelliere uscente Angela Merkel, la CDU, ed il Partito cristianosociale bavarese ad esso associato CSU hanno raggiunto l'accordo per il varo di una Grande Coalizione con i socialdemocratici della SPD.

L'accordo, necessario dopo che alla CDU-CSU, nonostante la grande vittoria nelle ultime Elezioni Parlamentari tedesche, sono mancati pochi seggi in Parlamento per formare una maggioranza, prevede l'introduzione di alcune prerogative volute dalla SPD: una paga minima fissa di 8,50 Euro all'ora, l'abbassamento dell'età pensionabile da 67 a 63 anni per gli uomini che hanno maturato 45 anni di contributi, il mantenimento della doppia nazionalità per i tedeschi nati fuori Germania.

Oltre all'aspetto contenutistico, importante è anche la distribuzione dei Ministeri che, secondo le indiscrezioni, dovrebbero essere assegnati nel numero di 5 per la CDU, 3 per la CSU e 6 per la SPD, tra cui quello pesante degli Esteri.

Ciò nonostante, la formazione del Governo non è ancora stata resa nota per evitare che l'elettorato SPD, chiamato ad un Congresso straordinario per approvare l'ingresso dei Socialdemocratici nella Grande Coalizione, possa interpretare la scelta di aderire al Governo delle Larghe Intese come un modo per i Vertici del Partito di ottenere una collocazione ministeriale.

Oltre ai posti di potere, un aspetto sottaciuto dalla stampa è anche quello energetico. Nella giornata di giovedì, 21 Novembre, la Merkel ha concesso al monopolista statale russo del gas, Gazprom, il controllo totale del gasdotto OPAL, deputato al trasporto in Germania, e nel resto dell'Europa Centrale, del gas proveniente dal Nordstream.

Il Nordstream è un gasdotto realizzato nel 2012 sul fondale del Mar Baltico per veicolare gas dalla Russia alla Germania bypassando Stati UE dell'Europa Centrale -Polonia e Paesi Baltici- che, secondo quanto dichiarato dalla Merkel, presto sarà ampliato per permettere a Gazprom l'invio di 70 Miliardi di metri cubi di gas russo all'anno nel territorio europeo.

La concessione del monopolio OPAL a Gazprom, e la promessa di ampliare il Nordstream, sono due delle altre contropartite che la Merkel avrebbe potuto offrire alla SPD in cambio dei seggi necessari per varare la Grande Coalizione.

Infatti, non è una novità che il Presidente del Consiglio di Amministrazione del consorzio Nordstream è Gerard Schroder: ex-Cancelliere socialdemocratico, molto amico del Presidente russo Vladimir Putin, che, tutt'oggi, è una delle persone più influenti della SPD.

La manovra della Merkel incontra però l'opposizione della Commissione Europea, che ha invitato la Germania a rispettare il Terzo Pacchetto Energetico: Legge UE che vieta a compagnie energetiche impegnate nella compravendita di gas nel mercato europeo, come Gazprom, il possesso anche della rete di distribuzione del carburante.

Nonostante la legge UE, la Merkel non sembra intimidita, come ha dimostrato nei confronti del Commissario Europeo all'Energia Gunther Oettinger, a cui, come ha ricordato l'autorevole Gazeta Wyborcza, la Cancelliera tedesca ha espressamente richiesto di rivedere il Terzo Pacchetto Energetico per permettere alla Germania di concedere larghe fette del mercato energetico del Paese a Gazprom.

Se realizzato, il piano della Merkel, in collaborazione con il sempre presente Schroder, porterà al rafforzamento del monopolio energetico della Russia in Europa: una situazione che mette a serio repentaglio il rafforzamento della posizione dell'UE nel mercato globale, e, nel contempo, fa di Putin il Leader di una superpotenza mondiale che, per spezzare le reni all'Europa Unita, ambisce alla creazione di un nuovo impero zarista nello spazio ex-sovietico, in primis in Ucraina.

Un no bipartisan allo shale

A conferma del supporto della Germania alle mire energetiche della Russia di Putin è l'imposizione, votata sia dalla CDU-CSU che dalla SPD, di una moratoria sullo sfruttamento nel territorio tedesco del gas shale: oro blu estratto da rocce argillose poste a bassa profondità mediante sofisticate tecniche di fracking verticale e orizzontale, che permetterebbe all'Europa di diminuire la dipendenza dalle importazioni di carburante da Mosca.

La Russia, come riportano fonti ben aggiornate, si è sempre opposta allo sfruttamento dello shale in Europa, ad esempio incentivando compagnie statunitensi ad abbandonare la ricerca di questo gas in Polonia -che secondo le stime EIA possiede un'immensa riserva di oro blu non convenzionale- oppure finanziando campagne di comtroinformazione che, con dati sommari e poco elaborati, presentano come pericolose ed inquinanti le procedure di fracking.

Matteo Cazzulani

Freelance Journalist

m.cazzulani@gazeta.pl

http://matteocazzulani.wordpress.com

http://matteocazzulaniinternational.wordpress.com

2013-11-28

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