Sabato, 18 maggio 2024 - ore 09.43

Giornata Mondiale del Rifugiato, sabato a Cremona presidio in Piazza Roma

L’appello «L’Europa nasce o muore nel Mediterraneo» è firmato da una lunga lista di organizzazioni

| Scritto da Redazione
Giornata Mondiale del Rifugiato, sabato a Cremona presidio in Piazza Roma

«Pace, sicurezza, benessere sociale ed economico si raggiungono solamente se si rispettano l’universalità dei diritti umani di ogni donna e di ogni uomo. La regione del Mediterraneo è una polveriera e il mare è ormai un cimitero a cielo aperto. Dall’inizio del 2015 nel mediterraneo sono morte più di 1700 persone. L’Europa, per storia, per cultura, per geografia, per il commercio, è parte integrante di questa regione, ma sembra averne perso memoria». Con queste parole, una corposa lista di organizzazioni del territorio (molte delle quali a seguito delle rispettive direzioni nazionali) invitano la cittadinanza al presidio informativo e solidale che sarà allestito a Cremona, sabato 20 giugno, dalle 18:00, ai Giardini Pubblici di Piazza Roma.

«Il dramma di profughi e migranti, il loro abbandono in mano alle organizzazioni criminali, il dibattito su come, dove e chi colpire per impedire l’arrivo di uomini e donne che cercano rifugio o una vita dignitosa in Europa, non è altro che l’ultimo atto che testimonia l’assenza di visione politica da parte dei governi dell’Unione Europea. Questa drammatica situazione ha responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi europei che non consentono nessuna via d’accesso sicura e legale nel territorio dell’UE e costruiscono di fatto quelle barriere che provocano migliaia di morti nel Mediterraneo, nel Sahara, nei paesi di transito, nella sacca senza uscita che si è creata in Libia. Scelte coscienti e volute che configurano un crimine contro l’umanità».

Nel testo dell’appello si legge ancora: «Guerre, povertà, saccheggio delle risorse naturali, sfruttamento economico e commerciale, dittature, sono le cause all’origine delle migrazioni contemporanee. Essere liberi di muoversi, migrare, deve essere una conquista dell’umanità non una costrizione. L’Europa deve costruire una risposta di pace, di convivenza, di democrazia, di benessere sociale ed economico, ispirandosi al principio di solidarietà e abbandonando le politiche securitarie, dell’austerità, degli accordi commerciali neolibertisti, di privatizzazione dei beni comuni. L’Europa deve investire sul lavoro dignitoso, sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sulla sovranità dei popoli. L’Europa siamo noi. Noi dobbiamo fare l’Europa sociale solidale».

Il testo dell’appello si conclude così: «Salvare vite umane, proteggere le persone, non i confini!».

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