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Grande successo per CremonaJazz 2016

La seconda edizione della rassegna si è distinta per i grandi interpreti, per i numerosi eventi e per l’alta affluenza di pubblico

| Scritto da Redazione
Grande successo per CremonaJazz 2016

Si è appena conclusa anche questa seconda edizione della rassegna CremonaJazz, che ha portato i grandi nomi del jazz italiano e internazionale a esibirsi davanti alla platea sempre affollata dell’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino di Cremona ed è arrivato anche il tempo dei bilanci. Dal 16 aprile al 24 maggio i quattro concerti principali in programma, anticipati da altrettante esibizioni che hanno dato vita agli AperiJazz presso il lounge bar e bistrot del Museo del Violino “Chiave di Bacco”, non solo hanno registrato sempre il tutto esaurito, a testimonianza dell’ottima scelta degli artisti in cartellone compiuta dal direttore artistico Gianni Azzali, ma sono riusciti soprattutto a toccare le giuste corde tra i fortunati presenti per l’intensità e la qualità delle esibizioni.

Non si può dimenticare che l’esito decisamente positivo della kermesse è stato reso possibile dalla perfetta organizzazione della società Unomedia e da tutte quelle realtà che la hanno sostenuta economicamente, a partire dal main partner Metalloinvest, i partner Willis e Air Liquide, il sostegno di tutti gli MdV friends e la collaborazione dei Local and Technical Partners Locanda Torriani, Carini Industrie, Cremona Hotels, Chiave di Bacco e altre importanti realtà imprenditoriali del territorio. La rassegna ha inoltre potuto fregiarsi del Patrocinio del Comune e della Provincia di Cremona.

Ripercorriamo insieme in una galleria di ricordi i momenti più significativi che hanno caratterizzato questa seconda edizione con il supporto delle immagini che, con la loro forza e immediatezza, sanno raccontare meglio di tante parole le emozioni e il senso della rassegna.

Sabato 16 aprile ha inaugurato il saxofonista Ravi Coltrane, accompagnato da Brandee Younger all’arpa e a Dezron Douglas al contrabbasso, con una prima assoluta. La formazione con l’arpa, insolita per il Jazz, ha saputo dipingere mondi dall’infinita grazia e forza, doti che la talentuosa Younger ha messo a disposizione di Douglas, un bassista dal suono granitico e accattivante, e della creatività estrema di Ravi Coltrane. Un figlio d’arte che proprio grazie a questo insieme ha saputo raccontare la sua storia di musicista, le impronte del padre John e l’affetto delicato per la madre Alice.

L’Auditorium Giovanni Arvedi tutto in piedi e uno scroscio di applausi che non sembrava finire mai hanno salutato l’ultimo dei tre bis chiesti a gran voce e concessi dal duo delle meraviglie composto da Paolo Fresu e da Uri Cane, esibitosi il 28 aprile. Una tromba e un pianoforte che insieme, forti di un’intesa immediata e rodata nel corso di molti concerti e di un’affinità di vedute, hanno spaziato attraverso secoli di musica e attraverso svariati generi, standard, pop e musica classica, passando da Monteverdi a un omaggio a Prince, da poco scomparso.

Per il loro bis i Take 6, sestetto a cappella, vera leggenda della musica vocale a livello mondiale, che si sono esibiti l’8 maggio, hanno deposto i microfoni e hanno fatto risuonare le loro splendide voci in quell’armonia unica che riescono a creare in maniera così naturale e che li rende speciali intonando un “Hallelujah” come segno di ringraziamento e di lode per l’amicizia che li unisce e per la bella serata. Perfino loro, abituati a calcare le scene dei più grandi e importanti teatri del mondo, hanno voluto sottolineare l’unicità di quel momento chiedendo ai presenti di registrarlo col cellulari così da mandarglielo, in ricordo della serata.

L’ultimo concerto della rassegna si è tenuto il 24 maggio. Richard Galliano, insieme al suo quartetto con il fidato Philip Catherine alla chitarra, Philippe Aerts al contrabbasso e alla batteria Hans Van Oosterhout, festeggia in tour i 30 anni dall’uscita del disco che ha cambiato un’epoca e il modo di intendere uno strumento. “New Jazz Musette” è stato un vero omaggio all’eclettismo e all’originalità della sua fisarmonica, ancora la stessa Victoria da cinquant’anni a questa parte, la stessa che gli regalò suo padre Lucien e che l’ha seguito nelle sue evoluzioni. L’intesa perfetta tra la chitarra di Catherine e la fisarmonica di Galliano è stata la cifra di una serata che ha voluto celebrare i grandi maestri del passato, Astor Piazzolla e Chet Baker, e una vita intera che questi grandi musicisti hanno dedicato alla musica con dedizione e professionalità, nell’intento di portare gioia ai tanti che hanno avuto il privilegio di poterli ascoltare.

Il programma è stato impreziosito inoltre da alcuni eventi collaterali: gli AperiJazz. Prima di ciascun concerto presso il lounge bar e bistrot del Museo del Violino, “Chiave di Bacco”, si è potuto ascoltare della buona musica jazz dal vivo, accompagnata da un momento di pura piacevolezza gastronomica. Le formazioni chiamate ad esibirsi hanno spaziato tra vari generi, offrendo una gradevole panoramica sulle mille diramazioni del Jazz, preparando il campo per i big che si sarebbero esibiti poco dopo. Un’occasione in più per avvicinare la musica al grande pubblico, che ha saputo apprezzare.

Il pubblico con i quattro sold out che si sono registrati in quel gioiello di acustica e di architettura che è l’Auditorium Giovanni Arvedi, è stato il vero protagonista indiscusso della rassegna. Così caloroso e partecipe, ha dimostrato da un lato di apprezzare le scelte che sono state compiute, ma ha dimostrato soprattutto che il Jazz è un genere talmente trasversale e aperto a linguaggi diversi da riuscire a parlare a una platea sempre più folta ed eterogenea.

CremonaJazz è già proiettata al futuro, a progettare sull’onda dell’adrenalina e della soddisfazione, quali potranno essere gli artisti più interessanti da portare sul palco dell’Auditorium Giovanni Arvedi l’anno prossimo.

In allegato altra documentazione 

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