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Green Economy: lezione dott. Fiorella Belpoggi| Piero Carelli

SCUOLA DI EDUCAZIONE ALL’ECONOMIA CORSO: GREEN ECONOMY 14 febbraio 2020 Dott. FIORELLA BELPOGGI Responsabie scientifico Istituto Ramazzini di Bologna I RISCHI DELL’INDIFFERENZA

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Green Economy: lezione dott. Fiorella Belpoggi| Piero Carelli

Green Economy: lezione dott. Fiorella Belpoggi| Piero Carelli

SCUOLA DI EDUCAZIONE ALL’ECONOMIA   CORSO: GREEN ECONOMY  14 febbraio 2020 Dott. FIORELLA BELPOGGI Responsabie scientifico Istituto Ramazzini di Bologna I RISCHI DELL’INDIFFERENZA

Sono i bambini i soggetti più vulnerabili  all’inquinamento ambientale

Ben 4,6 trilioni di dollari il costo delle patologie che sono riconducibili all’inquinameno ambientale

Il 50% del nostro cibo  è contaminato dai residui dei pesticidi

I rischi da campo elettromagnetico

Non vuoi correre rischi? Ricordati bene:

  • non regalare mai un cellulare a un bambino sotto i 12 anni: il suo cervello è ancora piccolo e quindi ha un’esposizione al campo elettromagnetico di gran lunga maggiore del cervello dell’adulto;
  • in casa e in ufficio privilegia il telefono fisso;
  • per collegarti a Internet nella tua abitazione o nel tuo ufficio usa il cavo, non la connessione Wi-Fi;
  • non usare mai il cellulare in ambienti chiusi (auto, treno, bus, aereo...);
  • non usare mai il cellulare quando il segnale è debole;
  • quando sei fuori di casa, ricorri all’auricolare, al vivavoce o a messaggi di testo;
  • spegni il Wi-Fi di notte;
  • se vuoi proteggere il tuo corpo e proteggere la tua fertilità, tieni il cellulare lontano dalle zone più sensibili.

 Il rischio da campo elettromagnetico, pur basso, c’è: l’hanno verificato negli Usa il National Toxicology Program e in Europa l’Istituto Ramazzini che dirigo (quest’ulltimo sui ratti) da cui è emersa “una chiara evidenza di cancerogenità”.

Un rischio che è destinato a crescere con lo sviluppo della tecnologia 5 G, quando cioè saremo letteralmente invasi da antenne e da satelliti (che saranno utili per far funzionare l’Internet delle cose). Un rischio che non è legato alle frequenze più alte che avremo con la tecnologia 5 G, ma al campo elettromagnetico che sarà amplificato.

Non vi sono vere e proprie “prove”, ma gli indizi ci sono tutti.

Nove milioni ogni anno di morti premature per patologie riconducibili all’inquinamento ambientale

Sono i bambini i più vulnerabili all’inquinamento ambientale.

Pensiamo all’aria: il cibo possiamo sceglierlo, l’aria no. Non dimentichiamo che l’aria della pianura padana è tra le peggiori in Europa e i bambini respirano per lo più solo con la bocca.

Pensiamo all’acqua: in proporzione al loro peso i bambini bevono sette volte di più di un adulto; inoltre hanno minori capacità di detossicare molte sostanze chimiche; avendo poi una maggiore aspettativa di vita, vi sono più possibilità che si manifestino gli effetti a lungo termine (le patologie da inquinamento, infatti, hanno uno sviluppo molto lento).

Vulnerabile, tuttavia, anche se in misura diversa, sei anche tu, adulto.

Ecco il dato allarmante che è scaturito dalla Commissione Lancet nel 2015: nel mondo sono nove milioni - sulla popolazione che va dai 30 ai 69 anni - le morte premature che sono riconducibili all’inquinamento ambientale, vale a dire il 16% di tutte le morti che avvengono ogni anno). Una cifra enorme: tre volte di più dei morti di Aids, malaria e tubercolosi insieme.

Siamo di fronte a una vera strage annua che passa per lo più inosservata.

Le patologie in questione sono quelle cardiovascolari, polmonari, l’Alzheimer, il Parkinson, il diabete e il cancro.

Si tratta, è vero, di malattie multifattoriali e quindi non esclusivamente determinate dall’inquinamento. L’esposizione conta, ma contano anche l’età (pensiamo all’Alzheimer) e la predisposizione genetica, ma è solo sull’esposizione che noi possiamo intervenire.

Siamo di fronte a patologie che hanno costi sanitari e di assistenza sociale enormi: 4,6 trilioni di dollari l’anno, il 6,2% del risultato economico globale.

I rischi da inquinamento “chimico”

I più colpiti sono i Paesi poveri (i più disponibili  ad accogliere i rifiuti dei Paesi ricchi, dove la cultura ecologica è molto bassa e dove i bambini e le donne effettuano, spesso, lavori a rischio). E colpite sono pure le aree degradate dei Paesi ricchi (è lì che si realizzano le discariche e si costruiscono gli inceneritori).

Pensiamo all’inquinamento chimico. Negli Usa ci sono più di 140.000 composti chimici sintetizzati e più di 5000 di questi vengono prodotti in quantità superiore a 300.000 tonnellate ogni anno. Ora, di questi ultimi, solo per il 5% si hanno informazioni relative alla tossicità (per gli altri o non vi sono informazioni o sono parziali e inadeguate).

Pensiamo all’agricoltura cosiddetta “convenzionale”/industriale (ben il 95% del totale): per ogni ettaro di tale agricoltura si fa uso di 396,5 kg di fertilizzanti di sintesi e di pesticidi ogni anno, vale a dire nel mondo 95,2 kg a testa.

Se guardiamo all’Europa, vengono usati pesticidi per un milione di tonnellate, cioè 280 gr. per ogni abitante.

È il caso di ricordare che il 50% del nostro cibo è contaminato da residui di pesticidi (il 25% di questi da più residui) e che oltre il 5% dei prodotti alimentari esaminati contiene una concentrazione di pesticidi superiore ai limiti consentiti dalla legge.

Ed è pure il caso di ricordare che l’Italia è la prima in Europa per presenza nell’acqua di arsenico, cadmio e mercurio.

“Io, atea, con papa Francesco”

La questione ambientale è strettamente intrecciata con la questione sociale: fa bene papa Francesco a sottolinearlo con forza nella sua enciclica Laudato si’ e fa bene ad andare il 24 maggio in un luogo-simbolo dell’inquinamento: la Terra dei Fuochi.

Papa Francesco è l’unico capo di Stato che ha il coraggio di denunciare un modello economico iniquo, a misura dei ricchi e a danno della povera gente dell’intero pianeta.

Nota: Ricordo a tutti che su CremAscolta il confronto è già iniziato: chi lo desidera, può offrire il suo contributo.

Se qualcuno desiderasse incominciare ad approfondire i temi del corso, ecco una bibliografia di base, quella a cui abbiamo fatto riferimento per elaborare il nostro documento di riferimento:

Luca Mercalli, Prepariamoci, chiarelettere, Milano 2018.

Kate Raworth, L’economia della ciambella, Edizioni Ambiente, Milano 2017.

Edo Ronchi, La transizione alla green economy, Edizioni Ambiente, Milano 2018.

Antonio Massarutto, Un mondo senza rifiuti?, Il Mulino, Bologna 2019

Marcello Di Paola, Cambiamento climatico, Luiss, Roma 2015.

Papa Francesco, Laudato si’, Piemme, Roma 2015.

Piero Carelli

In allegato le diapositive dell'incontro

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