Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 16.42

I disastri sono dell’uomo mai della natura.. Mario Tozzi ha ragione di Gian Carlo Storti

Mario Tozzi, geologo per la Stampa, scrive un lungo articolo ed ancora una volta ribadisce un concetto elementare ma che fa molta fatica a diventare un nuovo modello di comportamento.

| Scritto da Redazione
I disastri sono dell’uomo mai della natura.. Mario Tozzi ha ragione di Gian Carlo Storti

Ripropongo una frase del suo intervento che mi pare centrale: ‘ Chi amministra i territori a rischio naturale (ormai ben noti), terremoti o alluvioni che siano, non dovrebbe trincerarsi dietro il fatto straordinario o l’evento mai visto prima. Intanto perché, a guardar bene, di eccezionale non c’è quasi mai niente e l’evento che ieri accadeva ogni vent’anni, oggi avviene ogni anno. E secondo perché il cambiamento climatico in atto ha impresso ai fenomeni meteorologici un’accelerazione e un’imprevedibilità che impongono comunque un cambio di marcia significativo. Che va messo in opera durante tutto l’anno, perché la prevenzione si fa quando non piove e si fa con coraggio, attraverso una pianificazione che tenga conto degli eventi naturali, e arrivando fino a spostare le persone dai luoghi più pericolosi perché, in quei luoghi, il rischio lo hanno creato proprio loro. Non è questione di argini o barriere (sempre meno utili), ma di cultura’.

Infatti  il comportamento dei politici nostrani è appunto quello di ‘trincerarsi dietro il fatto straordinario’. Sicuramente cambiare comportamenti amministrativi, ‘spostare le persone dai luoghi più pericolosi’ non è semplice ma è quello che si deve fare assieme ad una accurata attenzione al territorio (pulire fiumi e fiumiciattoli, bloccare l’espansione dell’uso del suolo, abbattere senza se e ma le costruzioni abusive ecc.)

Ora fare questo, per un amministratore, un politico in generale significa perdere voti, alleanze e consensi.

Tutti parlano di sviluppo , di aumento del PIL  ecc. Ma è l’economia green il futuro e su questo non ci siamo ancora.

Dobbiamo riuscire a rovesciare il calzino e fare una ‘ grande rivoluzione culturale’ facendo sì che a perdere voti siano proprio quelli che non affrontano i problemi ambientali.

Per questo motivo bisogna ‘radicalizzare’ il movimento green che deve divenire non un ‘pallino’ , un’ossessione di pochi’ ma un fatto di massa , trasversale alla società ed alle classi sociali.

Deve vincere l’imprenditore green come i lavoratori che lottano per la tutela e la difesa dell’ambiente.

La terra, come si dice, non è nostra ma la usiamo in comodato gratuito  per passarla alle future generazioni.

E purtroppo anche la sinistra ( variamente intesa)  su questi versanti è ancora indietro e non lega lo sviluppo economico alla prospettiva green.

E’ necessario essere più determinati e trovare modalità di pressione ‘ sul potere’ più forti molto più incisive di quelle attuali.

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