Sabato, 27 aprile 2024 - ore 06.53

Il Futuro nel Metaverso

Scritto da Alessia Da Canal

| Scritto da Redazione
Il Futuro nel Metaverso


Roberto Capodieci, l’uomo venuto dal futuro, ci spiega il Metaverso, il mondo virtuale parallelo dove si fa a gara per esserci

In un futuro quasi prossimo sarà normale inforcare il visore e darsi appuntamento, con il proprio avatar, nel Metaverso per una riunione di lavoro, visitare una mostra, ma anche per cenare insieme agli amici. E non c’è il rischio di ingrassare, a meno che non ci sia realmente, davanti a noi, un chilo di lasagne fumanti!

Il Metaverso è il mantra del momento. Tutti vogliono esserci e c’è chi si accaparra pezzi di questo mondo parallelo, pagandoli anche una follia. I più importanti brand della moda ci sono già. Anzi, a fine marzo è andata in scena sulla piattaforma Decentraland, la prima “Metaverse Fashion Week”, con eventi, sfilate e show.

La nostra preziosa guida in questo mondo tanto affascinante quanto inquietante, è Roberto Capodieci, che ha radici mestrine, ma esperienze maturate negli USA, a Singapore e a Bali in Indonesia, dove vive con tre dei suoi quattro figli e con la sua giovane moglie Lestari. Roberto è oggi uno dei più grandi esperti di blockchain, la tecnologia che rende possibili e suggella le operazioni in rete, senza necessità di soggetti mediatori che debbano certificarle.

Metaverso | ROBERTO CAPODIECI PARTNERSHIP CON ARSENALIA

Il Metaverso è una bella parola che sta vendendo cose che avevano nomi diversi in passato“ ci spiega. “La realtà virtuale, i mondi fatti a computer esistono da tantissimi anni. Pensiamo al videogioco Second Life, che potrebbe essere considerato un metaverso. C’è da dire che oggi ci sono computer più potenti, una grafica migliore, più fluidità, l’interazione è più aperta e grazie a tecnologie come la blockchain si riescono a portare in giro, attraverso mondi virtuali, oggetti che sono unici. È una cosa molto interessante avere un oggetto unico non duplicabile.

il metaverso

Pensate che il primo tweet della storia, divenuto NFT, è stato messo all’asta e acquistato dall’imprenditore malese, CEO di Bridge Oracle, Sina Estavi per quasi 3 milioni di dollari. Il tweet, datato 21 marzo 2006, porta la firma di Jack Dorsey il suo fondatore e dice semplicemente “just setting up my twttr”. 

Gli NFT sono un altro passaggio importante in queste operazioni. Tradotto ‘non fungible token’ significa gettone non copiabile, qualcosa di unico che non può essere sostituito da altro. Non a caso gli NFT spopolano da tempo nel mondo dell’arte, dove già c’è una compravendita fiorente di opere. Virtuali, ovviamente.

Non che Second Life non facesse i soldi, ma era troppo avanti per il momento in cui è nato. Da quando Facebook ha deciso di impadronirsi del mondo del Metaverso chiamandolo Meta, non perché vogliono rubarci i metadata ma perché vogliono investire moltissimo nel metaverso, tutti si sono guardati in giro chiedendosi quali metaversi andare a fare.

Non a caso Roberto Capodieci, fondatore di Blockchain Zoo, è diventato partner ufficiale della veneziana Arsenalia. “Gli ambiti di applicazione di questa collaborazione sono molteplici – spiega Giovanni Marta, partner di Arsenalia – dalla tracciabilità della filiera produttiva su blockchain, già in sviluppo in Italia presso alcune aziende della filiera alimentare e del fashion, ai certificati di autenticità su NFT. E ancora dai sistemi di fidelizzazione dei clienti fino allo shopping nella realtà virtuale. A questo proposito sono già iniziati i lavori di creazione di un ufficio Arsenalia all’interno del Metaverso, la cui progettazione è stata affidata ad un importante studio di architettura”.

museo metaverso

Tutte le grosse aziende devono adeguarsi – avverte Capodieci – perché se non fanno la mossa prima, qualcun altro arriverà al posto loro”.

Ma quanto tempo ci vorrà per assimilare questo modo di vedere il business e…la vita?  

Per quante cose negative ha portato il Coronavirus, un aspetto positivo è l’aver accelerato l’evoluzione culturale per mettersi al passo con quella tecnologica: l’idea del telelavoro, anche l’educazione dei bambini. Adesso portiamo quel layer in più, che è la presenza fisica del mondo virtuale, per rendere più agibile questo accorciare le distanze che è necessario in questo momento e anche per il futuro del business. Secondo me una cosa molto importante è non cascare nella trappola di credere che c’è un solo spazio, un solo metaverso, ma bisogna crescere in maniera decentralizzata, dove tanti mertaversi possono collegarsi l’uno con l’altro. Quindi non facciano l’errore commesso nei social media, dove tutti dipendono solo da uno, ma si può spaziare su molti”.

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