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Il preservativo di Edo Villa

| Scritto da Redazione
Il preservativo di Edo Villa

Il preservativo. Lo specchio ,racconti di Edo Villa.
Ogni volta che mi segavo, solo o in compagnia, il desiderio di scopare si elevava al cubo.Il problema era con chi e come.Durante le nottate estive, mentre si fumava, se ne parlava. Ognuno di noi dava la sua versione del come fare.
Il problema di fondo non era eccitarsi. Su quello nessuno aveva dubbi. Un bacio, una toccata e “lui” ,come lo chiamavamo, si sarebbe rizzato per essere pronto alla penetrazione.

Insomma parlavamo della posizione da assumere e da far assumere alla donna e di come infilarci il preservativo.

Un giovane  prete all’oratorio, in una conferenza, infatti ci aveva parlato di questo strumento che aveva nella parola la sua funzione.

Il preservativo  ci avrebbe “ preservato” da due rischi: le malattie veneree e mettere incinta la ragazza. Infatti i nostri  giovanissimi  spermatozoi , attivissimi, avrebbero raggiunto, immediatamente la meta.

Allora , era il ’70, non si parlava ancora di Aids ma delle più note malattie veneree (gonorrea, sifilide ed infezioni varie).

Quel prete era davvero moderno , come si diceva allora ( oggi forse si userebbe progressista). Con grande convinzione ci illustrava la dottrina della chiesa sulla procreazione, ma  poi, con freddezza e professionalità ci metteva in guardia e lui, nella confessione, considerava l’uso del preservativo un peccato veniale.

Quelle conferenze erano riservate a noi giovani maschi. Le ragazze andavano dalle suore.

Ma eravamo certi  che le ragazze con cui scopare non potevano essere quelle dell’oratorio.

Quindi andavamo a caccia della ragazza o giovane donna che ci “poteva stare”. Le caratteristiche cercate erano più o meno queste: non schifosa , non giovanissima, rotonda e non vergine.

Certo  la verginità era per noi un tabù, forse un valore . Insomma avevamo somatizzato che la ragazza “ seria” doveva essere vergine .

Insomma la prima esperienza doveva essere fatta non con una “ puttana” ma con una “ facile” che ci sarebbe stata.

Sapevamo, da racconti ascoltati al bar, che per i nostri genitori e nonni le prime esperienze le compivano nei “ casini” , nei bordelli allora chiusi dalla legge Merlin.

Non avevamo il rimpianto dei bordelli, ma in gruppo, come un branco supervoglioso, cercavamo la donna del caso.

Noi quattro abbiamo passato l’estate a cercare la donna giusta. Si rincorrevano le voci di donne disponibili. Avevamo scartato l’idea di andare a “puttane” sui viali di Brescia,Cremona e Piacenza.

Questa idea non ci andava e ci metteva in agitazione per via di quei discorsi sulla prevenzione che il prete ci aveva fatto. Eppoi l’idea di pagare una donna per scopare non ci piaceva proèrio

Gira e rigira avemmo una dritta da un amico più vecchio ( e come poteva essere diversamente).

Insomma avevamo saputo che nell’appartamento sopra quella tale osteria abitava una  bella donna che la “dava” ai ragazzi.

Ottimo. La posta  durò qualche  settimana. Ogni sera si andava in quell’osteria per capire come agganciare  la nostra prima bella donna da scopare.

Non era brutta. Avrà avuto trent’anni. Formosa,fumava,labbra rosse, capelli lunghi..con anche mobili, un bel culo insomma.

Noi si giocava a carte e si fumava. Lei ogni tanto scendeva e si metteva sotto il pergolato a parlare.

Fu lei che ci agganciò. Una sera ci disse con  occhi lucidi che si poteva salire da lei  a fare un briscola in cinque.

Imbarazzatissimi accettammo….Gigi prese le patatine e la spuma al ginger al bar ed agitatissimi la seguimmo di sopra.

Entrati nella prima stanza, un tinello, ci fece sedere attorno al tavolo rotondo. Ci chiese i nostri nomi, che cosa studiavamo ecc.

Giocammo  a carte per mezzora…Noi non sapevamo come proseguire. Fu lei naturalmente a prendere l’iniziativa.

Si alzò, andò verso l’altra stanza. La porta era socchiusa e si vedeva il letto sfatto. Senza guardaci disse” Tu ricciolo con i baffi vieni qui”.. Ero io..mi alzai e la seguii nella stanza. Ero eccitatissimo, durissimo e pronto  a tutto.

Lei si stese sul letto. Aveva una vestaglia semi aperta. Mi prese una mano e mi tirò sul letto.

“ Spogliati” mi disse.

Fui nudo in un baleno. Tentai di avvicinarmi e baciarla…Ma lei mi respinse e mi mise la testa in mezzo alle sue cosce. Sentivo salire  un odore, che classificai “ di donna”. Dovevo svincolarmi per penetrarla..Ero sul più bello quando mi disse…” Metti il preservativo..su..”.

Cazzo…pensai..Mi alzai , mi spostai verso i jeans..lo trovai.., lo tolsi dalla custodia e cercai di infilarmelo..

Macché ormai ero floscio. Lei non sembrò stupita…Mi prese la testa e me la mise fra le sue tette calde… Restai così floscio per una decina di minuti. Quando si alzò….Era finita. Mi vestii ed mi recai in tinello. Gigi entrò nella stanza ed io scesi a fumare una sigaretta.

Di quella sera ne parlammo con gi amici sono una volta. Credo che non andò bene per nessuno.

Smisi di cercare la donna facile e continuai a frequentare le ragazze dell’oratorio e riposi la fila di preservativi nel comodino.

Edo Villa

22 febbraio 2011

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Gli altri racconti pubblicati sul sito www.welfarecremona.it

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