Il punto di Rosario Amico Roxas. Donald Trump: USA e getta!

In questa democrazia occidentale della globalizzazione, le elezioni a capo di Stato non riguardano solamente la nazione interessata, ma coinvolgono tutte le nazioni che operano sulla scia di alleanze basate su analogie ideologiche, economiche ed etiche. Le elezioni negli Stati Uniti riportano la nazione ai tragici momenti dell’era Bush, quando il petrolio dominava la scena politica occidentale e le guerre erano diventate il mezzo di conquista, con lo slogan di voler “esportare la democrazia”. È la candidatura di Donald Trump che sconvolge il difficile rapporto tra la nazione-guida dell’Occidente e tutto il resto del pianeta.

Si tratta di un vero e proprio terrorista in abiti civili, con un programma aggressivo, sostenuto dal Partito Repubblicano, ormai spinto verso l’estrema destra; i punti salienti del programma di Trump evidenziano il rischio di ritrovare una nazione come gli Stati Uniti sulle barricate che furono della dinastia Bush, i cui effetti deleteri stiamo pagando in termini di sicurezza, minacce terroristiche e crisi economiche. Di Trump parla a lungo Webster Griffin Tarpley (come riporta Il Fatto quotidiano), filosofo della storia, giornalista, scrittore, molto noto per il bestseller George Bush: The Unauthorized Biography (1992) e per molti altri lavori, tradotti in diversi Paesi, che vivisezionano la storia dei poteri americani. Tarpley non usa mezzi termini e lancia un segnale di grande pericolo per l’intero pianeta: «Attenti, [Donald Trump] è un fascista e un pericolo reale per gli States e per il mondo intero. Non è un buffone ma l’uomo delle banche. Sbaglia di grosso chi lo sottovaluta».

L’insorgere del terrorismo jadista dell’Isis è una reazione agli attacchi voluti da Bush; con Trump alla Casa Bianca si accentueranno gli atti terroristici, incontrollabili e non prevedibili, come immediata risposta alle minacce di ricorrere alla forza per debellare un nemico che è stato stimolato al peggio. Un parallelo ci viene in mente che avvicina due realtà, apparentemente distanti: l’Italia del 1994 e gli Stati Uniti del 2016, quando due miliardari, con risorse di provenienza dubbia, hanno promesso, e oggi tornano a promettere le medesime politiche che si concretizzano in una distribuzione della ricchezza nazionale a vantaggio delle classi più opulente, anche se rappresentano una minoranza trascurabile della popolazione.

Rosario Amico Roxas