Venerdì, 17 maggio 2024 - ore 04.43

Immigrazione: parte Eunavfor Med di Paolo Cova

Un’altra importante approvazione, votata nei giorni scorsi, riguarda la partecipazione italiana alla missione dell'Unione europea nel Mediterraneo denominata “Eunavfor Med”.

| Scritto da Redazione
Immigrazione: parte Eunavfor Med  di Paolo Cova

I voti a favore sono stati 272, 100 i contrari, 11 gli astenuti. Contro il provvedimento hanno votato M5s, Lega e Sel.

L’obiettivo di questa operazione è contribuire a smantellare il business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani, adottando una serie di misure sistematiche per individuare, fermare ed eliminare imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai passatori o dai trafficanti, in conformità con il diritto internazionale.

Questa missione rappresenta un primo passo per spingere l'Unione europea ad affrontare in maniera attenta, consapevole e responsabile il problema del Mediterraneo che ha nella Libia il punto nevralgico.

Eunavfor Med rappresenta il primo passo per colmare un immenso spazio vuoto nella politica e nella statualità in Libia: solo così si potrà cominciare a contenere e gestire la pressione che viene dal mondo arabo-islamico e dall'Africa e che si riversa sul Mediterraneo attraverso il fenomeno dell'immigrazione, dei rifugiati, di coloro che fuggono dalle guerre, dai conflitti, sia quelli arabo-islamici, sia quelli africani.

L'operazione, guidata dall'Italia, sarà condotta per fasi successive: inizialmente si procederà all'individuazione e al monitoraggio delle reti di migrazione attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento in alto mare. La seconda e la terza fase, che prevedono la possibilità del fermo, sequestro, dirottamento e distruzione delle imbarcazioni, richiederanno il consenso dello Stato libico o l'autorizzazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Tra gli obiettivi di Eunavfor Med ci sono quelli di affrontare le cause remote (povertà, crisi e conflitti), anche tramite il miglioramento delle situazioni della sicurezza, umanitarie e dei diritti umani e delle condizioni socio-economiche nei Paesi di origine; di svolgere cooperazione con i Paesi di transito per il controllo dei flussi e per un contrasto efficace dei trafficanti; di costruzione di capacità nei Paesi di origine e di transito che consentano alle autorità locali di affrontare la questione in maniera più pregnante.

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