Il nostro Presidente del Consiglio è stato molto chiaro durante il lungo discorso di presentazione delle linee programmatiche del semestre europeo, anche in vista del Consiglio del 26 e 27 giugno, fatto alle Camere la scorsa settimana. Noi, per tutta risposta, abbiamo votato la risoluzione di maggioranza che approvava le comunicazioni di Matteo Renzi, con 296 voti favorevoli.
Dunque, tra poche ore, il 1° luglio, inizierà il semestre di presidenza Ue dell’Italia. Vi riporto qualche stralcio dell’interessante discorso fatto dal Presidente: “Che tipo di Italia presentiamo in Europa e che tipo di Europa vogliamo? – si è chiesto Renzi –. Noi andiamo in Europa quando usciamo la mattina di casa, quando ci guardiamo allo specchio. L'Europa non è qualcosa di altro rispetto a noi. Non è un insieme di richieste alle quali ci accostiamo con spirito preoccupato e sguardo terrorizzato. Indipendentemente dall’appartenenza politica, noi portiamo in Europa un’Italia forte, non per il risultato elettorale, ma perché c'è un'Italia consapevole delle qualità dei propri imprenditori e lavoratori”.
E dopo aver toccato il discorso del pacchetto di riforme, chiedendo a tutti di lavorare con solerzia, ma dandosi anche un lasso di tempo più adeguato, ha affrontato la questione dei migranti: “Quando in mare ci sono i cadaveri e volta le spalle dall’altra parte, l'Europa non è degna di chiamarsi Europa di civiltà”, ha detto Renzi in tono duro, ma toccante. Ha chiesto, perciò, l’internazionalizzazione dell’intervento umanitario con un investimento molto forte nel programma Frontex.
Infine, un riferimento preciso all’euro che “non basta”, perché finora si è affidato alla moneta unica il compito di costruire l'Europa in questi anni, ma non era un ragionamento sufficiente. Oltre tutto se visto alla luce di alcuni risultati delle elezioni in certi Paesi europei decisamente contrari all’euro, ha ricordato Renzi, citando San Giovanni patrono di Firenze, raffigurato, non a caso, con un fiorino in mano