Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 08.06

In merito alla polemica di Don Nervi con il Vescovo d Cremona riflessione di Marco Pezzoni

Gesu' Cristo unisce, non divide. Porta la pace, non le crociate. L'Islam e' una grande religione che incorpora elementi del cristianesimo quali Gesu' e Maria e che predica un monoteismo assoluto identificando il nome di Dio in quello gia' presente nella tradizione e lingua araba, ma universalizzandolo. Ha dunque ragione il rappresentante della Comunita' islamica di Cremona quando sostiene che preghiamo tutti lo stesso identico Dio

| Scritto da Redazione
In merito alla polemica di Don Nervi con il Vescovo d Cremona riflessione di Marco Pezzoni

Conosco don Nevi da quando era parroco a Vicomoscano e conosco don Alberto da quando era un giovane promettente teologo. Dispiace questa polemica che, forse, potrebbe risultare utile per fare chiarezza sia teologica, che pastorale. Forse don Alberto e' stato fin troppo prudente nel giustificare il suo gesto di pace che condivido in pieno. Per essere credibili le fedi dovrebbero essere fedi che non contrappongono verita' e pace. E la predicazione della propria verita' non basta se rimane disincarnata e non semina pace non solo nelle menti e nei cuori, ma nella storia. Proprio perche' Cristo e' il vivente e non una dottrina, agisce e soffre con noi e in noi nella comune storia umana. Gli ultimi quattro pontefici hanno capito bene la sfida dei nuovi tempi e hanno fatto emergere nel cristianesimo la dimensione teologica della pace umana come coessenziale alla pace portata e non solo predicata da Gesu'. Da qui la delegittimazione teologica della " guerra giusta" pure giustificata per centinaia di anni dalla dottrina cattolica.

Da qui un chiarimento assai rilevante sulla rivelazione cristiana che attraversa la diverse culture ma non si identifica e non si lascia catturare da nessuna di esse in modo esclusivo. Da qui la consapevolezza dell' importanza dell'unita' dei cristiani e dunque dell'ecumenismo. Da qui la richiesta di perdono agli ebrei per la loro persecuzione secolare, abbandonando come erronee le vecchie e tragiche giustificazioni dell'accusa di deicidio. In questo contesto, buon ultima, e' arrivata la comprensione che l'Islam non e' il moamattanesimo creduto per centinaia di anni un' eresia cristiana. L'Islam e' una grande religione che incorpora elementi del cristianesimo quali Gesu' e Maria e che predica un monoteismo assoluto identificando il nome di Dio in quello gia' presente nella tradizione e lingua araba, ma universalizzandolo. Senza sminuire le differenze piu' forti delle diverse Rivelazioni e, per noi cattolici, la centralita' cristologica della nostra fede e del dogma trinitario, dobbiamo chiederci, conciliando fede e ragione, se non esista un unico Dio per tutta l' umanita' e dunque che tutti siamo suoi figli e che esiste un unica famiglia umana. Se ciascuna fede crede non solo nella strada della propria rivelazione come autentica, questo e' logico, ma di essere l' unica ed esclusiva allora si rovescia la gratuita' dell'azione di Dio: siamo noi umani ad averlo in proprieta', non Lui ad essere la massima liberta'.

Non solo, le conseguenze sarebbero nefaste: le altre sarebbero solo religioni false e dunque da delegittimare. Dalla preghiera congiunta di Perugia voluta da Giovanni Paolo II si sta arrivando a capire che la spiritualita' delle persone di tutte le fedi e' ugualmente preziosa. Di piu', che chi crede in un unico Dio, prega un unico Padre, lo stesso padre di tutti. Ha dunque ragione il rappresentante della Comunita' islamica di Cremona quando sostiene che preghiamo tutti lo stesso identico Dio. Questo comporta per i musulmani che quando invocano Dio per uccidere dei cristiani, compiono un omicidio e un atto blasfemo. Questo comporta per i musulmani la ricerca di una vera riconciliazione tra sunniti e sciiti. Questo comporta per tutti delegittimare la nuova forma che sta assumendo la guerra oggi: quello dello scontro di civilta' che si basa su sacralizzazione e assolutizzazione dei valori dell'Occidente, su razzismo e deumanizzazione di cio' che e' altro. Ha ragione papa Francesco nell' ammonirci della terza guerra mondiale in arrivo e nel supplicare la misericorda di Dio. In questa fase delicatissima, non facciamo passi indietro come Chiesa, come credenti, come societa', come politica. Nel nostro cuore, nella nostra mente, nella nostra coscienza sappiamo: Gesu' Cristo unisce, non divide. Porta la pace, non le crociate. Ci chiede discernimento, non l'ortodossia rispettabile dei farisei, ma l'ortoprassi e l'ortopatia degli innamorati di Cristo. Come scriveva don Primo Mazzolari " il cristiano e' un uomo di pace, non un uomo in pace".

Marco Pezzoni (Cremona)

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