Intervista a Luciano Pizzetti (PD) sulla scissione del M5S ed il futuro del Campo largo di Letta | GCStorti
Come welfare non potevano non sentire Luciano Pizzetti sulla scissione Di Maio e sul futuro del Campo Largo del PD di Letta
Le sue risposte non sono secche, scritte sulla pietra, ma articolate e tese a capire come si svilupperà questa fase complicatissima della politica italiana e Lombarda.
Ringraziamo Luciano Pizzetti per sua disponibilità. Riflessioni da leggere attentamente.
D.Welfare : Sorpreso della scissione del M5S od era prevedibile?
R.Pizzetti : sorpreso per il momento, per le motivazioni e per le dimensioni. Perché avviene nel mentre la legislatura volge al termine. Perché si manifesta a sostegno del governo in conseguenza delle titubanze di Conte. Perché 62 parlamentari che lasciano sono davvero molti. E fanno seguito a tanti altri abbandoni avvenuti in questi anni. Da inizio legislatura i gruppi parlamentari pentastellati si sono dimezzati. Mai successo in passato. Dunque assolutamente non sorpreso politicamente. Il Movimento 5 stelle è un insieme di pulsioni primordiali e di politiche contrastanti. Sono servite per l’assalto al potere ma hanno portato al fallimento dell’azione di governo. Hanno governato indifferentemente con la Lega e col Pd senza mai un’analisi sul cambio politico. E ricordo che fu Salvini a sganciarsi da Conte, non viceversa. Dunque, quel che è accaduto era inevitabile accadesse. Perché se non sai chi sei vaghi senza meta. E ti perdi.
D.Welfare: .Come valuti la scelta euroatlantica fatta da Di Maio?
R.Pizzetti : Penso sia stata una scelta responsabile, frutto di rilevante maturazione politica. Un salto notevole passare dal sostegno ai Gilet gialli francesi a quello ai difensori ucraini. D’altro canto se fai il ministro degli Esteri di un paese tra i fondatori dell’Europa e della Nato o maturi o maturi. E quando vedi che una parte del tuo partito è ambigua e tentennante hai la responsabilità di convincerla. Se non ce la fai, ne prendi atto e ti separi. È un mese che con una guerra di aggressione in corso, una parte dei cinque stelle dice e non dice sul sostegno all’Ucraina. Di Maio ha tagliato il nodo gordiano. A sostegno di Draghi e delle scelte fatte con gli alleati dell’Italia.
D.Welfare : il governo Draghi è a rischio?
R.Pizzetti Mi auguro di no. Le ragioni a base della separazione hanno portato i cinque stelle a rompere gli indugi votando gli indirizzi al governo conformi a quelli votati in precedenza e poi messi in discussione. Non mi pare che qualcuno possa ora staccare la spina al governo perché farebbe danni enormi all’Italia senza trarne beneficio. Come le recenti elezioni amministrative hanno evidenziato.
D.Welfare : Ed il campo largo sostenuto da Letta- che tu non condividevi- con il M5S che fine farà?
R.Pizzetti Il campo largo mi pare sia tutto da perimetrare, arare, seminare, irrigare. Io non sono contrario alle alleanze che contaminano. Anche coi 5 stelle se matura una riflessione riformista. Sono contrario al rifacimento dell’Unione di bertinottiana memoria. Perché penso che occorra evitare ammucchiate irragionevoli pur di sconfiggere la destra. Penso che solo la potenza di un progetto politico riformista e socialmente inclusivo possa attrarre consenso. E penso che il Pd debba riprendere questo cammino, anche cambiando sé stesso. Il Pd deve tornare ad essere soggetto del cambiamento non solo della stabilità. Magari quanto accaduto potrà aiutare, perché ci suggerisce che prima di sommare occorre costruire. Così il campo largo potrà nascere e crescere.
D.Welfare : Di Maio vuole costruire un movimento centrista con alcuni sindaci..si parla di sala e del sindaco di Firenze...pescherà anche nel PD?
R.Pizzetti : Allo stato mi pare gossip. Ciò detto, se prendesse corpo una forza politica moderata capace d’incrociare il civismo sindacale e il riformismo politico, sarebbe un bel contributo ad allargare il campo. E il Pd dovrebbe guardare a ciò come a una sfida positiva che aiuta, non col timore di perdere pezzi. Il campo largo si potrebbe sperimentare anche così. Perché dubito, ad esempio, che la Lombardia sia contenibile stando nello schema di prima. Neppure con un candidato eccelso. Perché occorre cambiare le condizioni politiche strutturali di questa regione. Solo così un buon candidato farà la differenza.
Intervista di GCST Storti welfare
Cremona 22 giugno 2022