Sabato, 11 maggio 2024 - ore 11.03

Io mi difendo.

| Scritto da Redazione
Io mi difendo.

Presenti anche il Comandante di Polizia Locale e l’assessore municipale alla Sicurezza, Bordi
Cerimonia di consegna delle magliette
alle 110 iscritte al corso di difesa
Il successo riscosso dall’iniziativa ha già spinto i promotori a mettere in cantiere una nuova edizione per il prossimo autunno

“Io mi difendo” è lo slogan riportato sulle magliette, ufficialmente consegnate mercoledì 6 aprile scorso alle 110 partecipanti al Corso di difesa personale per donne, promosso dalla Polizia Locale del Comune di Cremona e dal Funakoshi Karate Cremona presso la palestra dell’ex-scuola media “Campi”. I numeri parlano da soli, l’iniziativa si è rivelata un successo superiore anche alle aspettative degli stessi promotori.
Semplice, ma allo stesso tempo molto sentita, la breve cerimonia di consegna, che ha visto presenti, oltre all’istruttore del corso, Giovanni Gaia, ed al maestro, Bruno Rossi, anche il Comandante della Polizia Locale di Cremona, dottor Fabio Sebastiano Germanà Ballarino, l’assessore municipale alla Sicurezza, Francesco Bordi, e l’avv. Agostino Russo.
 “Certo, noi abbiamo voluto organizzare questo corso, ormai giunto alla quarta edizione, perché vogliamo mostrare la vicinanza della Polizia Locale alle problematiche riguardanti la violenza alle persone, nella fattispecie alle donne –ha spiegato il Comandante Germanà Ballarino- E’, del resto, importante aver conoscenza delle tecniche utili per difendersi da eventuali aggressioni. Visto il consenso riscosso dall’iniziativa quest’anno, abbiamo intenzione di riproporla senz’altro”.
Le adesioni, del resto, han registrato un incredibile crescendo, sostanzialmente triplicando in quattro anni, come ha confermato l’assessore Bordi: “Sempre più donne hanno deciso di partecipare: da un lato, questo ci fa piacere, perché è un’iniziativa promossa dal Comune di Cremona, dall’altro ci spaventa, perché è sinonimo anche di quanto il tema della sicurezza venga oggi vissuto con crescente timore”.
Il fatto che le iscrizioni siano triplicate viene letto dall’istruttore Giovanni Gaia come il segno “forse di un maggior senso di insicurezza personale: attraverso una migliore presa di coscienza del proprio corpo, specie in condizioni di stress, è possibile per ciascuna delle partecipanti compiere invece una ricerca personale, andare più in profondità, imparando a contare sulle proprie risorse e sulle proprie potenzialità”. Ma qual è l’identikit delle partecipanti al corso? “L’età delle partecipanti spazia dalle 15enni accompagnate dal padre alle over 60; non c’è una territorialità definita: la maggior parte sono ragazze italiane, però abbiamo anche una sudamericana, un’albanese, due rumene, una russa, una giapponese ed una filippina”. Il “boom” di adesioni è stato anche per voi una sorpresa… “Sì, nei giorni successivi alla chiusura delle iscrizioni al corso, verso la fine di gennaio, è arrivata un’altra sessantina di richieste, tutte persone ch’eran venute a sapere della cosa in ritardo e volevano essere integrate: purtroppo non è stato possibile, per cui stiamo pensando già per settembre/ottobre di riproporre l’iniziativa, magari attivando questa volta un corso-base ed un corso avanzato”.
Ma il maestro, Bruno Rossi, sottolinea un altro aspetto non meno importante del corso: “La difesa personale è una tecnica importante –afferma- però penso che ancor più importante sia l’amicizia che si crea tra le persone. Quando incontro le partecipanti al corso per strada, il salutarci, il sorriderci è ciò che veramente conta e che resta al di là di tutto l’allenamento che abbiamo fatto. Certo, c’è chi riesce meglio, chi magari meno bene, però a lungo andare tutte riescono a svolgere i propri esercizi: farlo divertendosi, scambiandosi idee, impressioni, significa aver centrato il nostro obiettivo, un obiettivo fatto di umanità”.
Del corso ha fatto parte anche un momento dedicato alla conoscenza delle norme, fondamentale per capire il retto uso delle tecniche apprese: “La legittima difesa è un argomento molto controverso, sia dal punto di vista del diritto che dal punto di vista sociologico .ha affermato l’avv. Agostino Russo- C’è una sorta di leggenda metropolitana, che spinge a ritenere chiunque legittimato ad aver qualsiasi tipo di reazione a fronte di una violenza o di una presunta violenza. In realtà, non è un diritto assoluto, vi sono dei limiti: occorre prima verificare se vi siano condizioni di reale pericolo, se non sia possibile semplicemente sfuggirvi o chiedere aiuto, diversamente si passa dalla parte del torto e si rischia un procedimento penale per lesioni”.
I dodici incontri, iniziati a gennaio, termineranno in aprile. Al termine, a chi abbia frequentato almeno dieci lezioni, verrà rilasciato un attestato.
Chi desiderasse sin d’ora informazioni circa le prossime edizioni del corso può chiedere sin d’ora all’Istruttore Giovanni Gaia, cell. 339 7974494.

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