Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 10.02

L’uccisione in Turchia dell’avvocato Tahir Elci è un attacco ai difensori dei diritti violati delle persone

L’avvocato vigila a presidio dello Stato democratico, è garante essenziale dei diritti dei singoli, della libertà e della giustizia: la sua voce deve risuonare forte nelle aule dei tribunali, non spegnersi sul selciato di una strada tra colpi di pistola

| Scritto da Redazione
L’uccisione in Turchia dell’avvocato  Tahir Elci è un attacco ai difensori dei diritti violati delle persone

La Camera Penale della Lombardia Orientale esprime lo sgomento, lo sdegno e il profondo rammarico dei suoi iscritti perché il 28 novembre è stato ucciso un avvocato.

Non è successo in Italia ma in un paese non lontano, la Turchia. Tahir Elci aveva 49 anni ed era il presidente dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakir, città del sud - est della Turchia a maggioranza curda. Era considerato un avvocato per i diritti umani, perché da tempo impegnato in processi contro oppositori del regime di Ankara e nel far luce su alcuni omicidi ai danni di civili.

Secondo le notizie diffuse subito dopo la sparatoria, avvenuta al termine di una conferenza stampa, le ultime parole del nostro collega sono state: «Non vogliamo armi, scontri, operazioni in quest’area, che ha ospitato così tante civiltà».

La speranza è che si riesca a far luce sui colpevoli di questa morte, anche se servirà del tempo. Quello che subito colpisce, però, è che è morto un avvocato, ancora una volta. Ancora: come in Cina, in Libia, in Colombia, nel Caucaso del nord, in Iran, solo per citare alcuni dei paesi in cui, negli ultimi anni, centinaia di avvocati hanno perso la vita o sono stati intimiditi, minacciati, sottoposti a violenza per avere esercitato il loro compito di difensori dei diritti violati delle persone: avvocati visti come intralcio ad una “giustizia” di regime.

L’avvocato vigila a presidio dello Stato democratico, è garante essenziale dei diritti dei singoli, della libertà e della giustizia: la sua voce deve risuonare forte nelle aule dei tribunali, non spegnersi sul selciato di una strada tra colpi di pistola.

Per il Direttivo Alessio Romanelli, segretario della Camera Penale di Cremona e Crema “Sandro Bocchi”,Camera Penale della Lombardia Orientale

 

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