La semina di colture geneticamente modificate deve essere fermata nel nostro paese, questa è una volontà che non solo è affermata dalla stragrande maggioranza dei cittadini, ma anche dal Governo, che però tarda a sviluppare una normativa ben definita.
Senza un quadro normativo chiaro è difficile impedire il verificarsi di abusi da parte di singoli agricoltori, che con comportamenti rischiosi creano il pericolo di contaminazione delle nostre specie arboree, minacciando le coltivazioni tradizionali e la biodiversità tipica del nostro paese, che su questo ha costruito la propria forza in campo agricolo ed alimentare.
il Governo deve accelerare nel più breve tempo possibile l'approvazione delle norme necessarie a contrastare questo pericolo. Per questo come Sinistra Ecologia Libertà, prendendo spunto dal recente scandalo emerso in provincia di Pordenone, con 6000 m di terreni seminati con OGM, abbiamo presentato un'interrogazione per chiedere quali misure e con che tempi il Governo intenda intraprendere per salvaguardare la nostra agricoltura da questo pericolo.
L’interrogazione è firmata da me, dall'On. Erasmo Palazzotto e dall'On. Gennaro Migliore
On. Franco Bordo
Deputato della Repubblica Italiana
per Sinistra Ecologia Libertà
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Testo Interrogazione a risposta scritta
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
Al Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare
Premesso che:
• sabato 15 giugno 2013 a Vivaro (PN) seimila metri quadrati sono stati seminati
con mais OGM creando un altissimo rischio di contaminazione biotech nel nostro
Paese;
• la mozione recentemente approvata all’unanimità dal Senato impegna il Governo
ad: “…adottare la clausola di salvaguardia prevista dall’articolo 23 della
Direttiva 2001/18/CE e/o ad adottare la misura cautelare di cui all’articolo 34
del Regolamento (CE) n. 1829/2003, in base alla procedura prevista dall’art. 54
del Regolamento (CE) n. 178/2002, a tutela della salute umana, dell’ambiente e
del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano; a rafforzare
la già efficace opera di monitoraggio e controllo posta in essere con il
coinvolgimento del Corpo forestale dello Stato, il quale da tempo effettua
verifiche per evitare la contaminazione tra colture geneticamente modificate e
non e per controllare l’eventuale presenza di sementi transgeniche non
autorizzate; a potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola e
biologica e, in caso di Ogm, in ambiente confinato di laboratorio…”;
• il Ministro De Girolamo nell’illustrazione delle linee programmatiche del suo
dicastero rese il 12 giugno 2013 in seduta congiunta alle Commissioni Agricoltura
di Camera e Senato ha affermato: ”…l’importanza di un positivo relazionarsi tra
Governo e Istituzioni Parlamentari ha già trovato, in questa legislatura,
un’ottima dimostrazione in Senato sul delicato tema degli OGM, con l’assunzione
del mio personale impegno sull’ordine del giorno congiunto di tutti i gruppi
rappresentati, finalizzato all’adozione di regole coerenti con la tutela della salute
umana e dell'ambiente, nonché del modello socio-economico e del patrimonio
agroalimentare italiano, al contempo rafforzando la ricerca scientifica e le azioni
di monitoraggio e controllo…”;
• inoltre, il Ministro, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni stampa: “…quella
geneticamente modificata è un tipo di agricoltura che non risponde alle esigenze
e alle caratteristiche del nostro Paese, perché noi vinciamo solo puntando sulla
qualità, la tipicità e sulla valorizzazione della nostra cultura…” ed ancora: “…
quanto avvenuto in Friuli non è assolutamente da sottovalutare. In ogni caso è
fondamentale ribadire che se non si verificano prima le condizioni di coesistenza,
ogni semina di organismi geneticamente modificati non è permessa…”;
• il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha affermato: “…sosterremo e
continueremo a sollecitare tutti gli interventi tesi a impedire la semina Ogm
proposti dal ministro dell'Agricoltura De Girolamo e al contempo continuiamo a
sostenere l'esigenza di definizione di una linea che ci consenta di rivedere la
normativa europea. Il sistema Italia - ha continuato il ministro Orlando - deve
riproporre nelle sedi titolate comunitarie il tema della piena autonomia degli
Stati in tema di Ogm, per non mettere a rischio le nostre specificità
agroalimentari e ambiental”".
• ciò che è avvenuto a Vivaro, e che potrebbe verificarsi in altre zone del Paese, è
dato dal fatto che l’Italia non ha ancora adottato la suddetta clausola di
salvaguardia.
Si chiede di sapere:
• quali sono i motivi per i quali il Governo Italiano non ha ancora adottato la
clausola di salvaguardia prevista dall’articolo 23 della direttiva 2001/18/CE e/o
adottato le misure cautelari di cui all’articolo 34 del regolamento (CE) n.
1829/2003, in base alla procedura prevista dall’art. 54 del regolamento (CE) n.
178/2002, a tutela della salute umana, dell’ambiente e del modello economico e
sociale del settore agroalimentare italiano
• quali saranno i tempi per adottare i suddetti provvedimenti;
• quali azioni urgenti si intendano adottare per evitare la contaminazione delle zone
viciniori alla zona oggetto della coltivazione di mais OGM.
Roma, 21 giugno 2013 On. Franco Bordo, On. Erasmo Palazzotto, On. Gennaro Migliore