Giovedì, 09 maggio 2024 - ore 01.11

Latte. Coldiretti Cremona a Milano ‘265 stalle da latte perse in dieci anni’

Milano, tremila allevatori in piazza Affari

| Scritto da Redazione
Latte. Coldiretti Cremona a Milano ‘265 stalle da latte perse in dieci anni’

265 allevamenti di vacche da latte persi in dieci anni a Cremona. Nella provincia che da sola munge il dieci per cento del latte italiano (con oltre un milione di tonnellate annue), si è passati dalle 1072 aziende zootecniche da latte del 2003 alle 807 aziende operanti nel 2013. Significa che un quarto delle stalle da latte cremonesi in dieci anni ha chiuso. Il dato complessivo regionale è ancor più drammatico: si è passati dalle 8.761 stalle dell’anno 2003 alle 6.042 stalle dell’anno 2013 (con una perdita di -31%). Questi i numeri, elaborazione Coldiretti Lombardia su  dati Agea e Dg Agricoltura Regione Lombardia.

“Numeri che parlano da soli: siamo la terra di una zootecnia d’eccellenza, eppure le nostre stalle faticano a sopravvivere. Stalle che garantiscono il vero latte italiano, base imprescindibile di grandi dop riconosciute e ricercate in tutto il mondo – sottolinea Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona –. Chiediamo un prezzo equo per il latte alla stalla: i prezzi che oggi l’industria impone alle aziende agricole sono palesemente inferiori ai costi di produzione sostenuti dagli allevatori per garantire qualità e salubrità. E intanto il prezzo di latte e formaggi chiesto ai consumatori non scende: è evidente chi ci guadagna. Ed è un guadagno che si basa sullo sfruttamento del primo anello della catena, gli allevatori, e sull’inganno verso l’ultimo anello, le famiglie italiane”.

Nonostante la fitta neve caduta nella notte in provincia, tanti allevatori di Coldiretti Cremona hanno preso parte allo straordinario appuntamento fissato a Milano (come in tutte le principali piazze del Paese), in piazza Affari, dove tremila allevatori lombardi si sono raccolti davanti alla Borsa, dando vita ad una vera e propria stalla dove è avvenuta la mungitura, così da mostrare quanta professionalità e quanta passione vi siano nella produzione del buon latte italiano.

“Mediamente l’Italia produce 110 milioni di quintali di latte e ne importa 86 milioni. Per ogni milione importato in più perdiamo 17mila vacche e 1.200 occupati in agricoltura. Ciò che è vergognoso è il fatto che questo latte importato anonimo, e con esso le cagliate, si trasforma poi in prodotto italiano, venduto come nazionale a danno sia degli allevatori italiani che dei consumatori – aggiunge Tino Arosio, Direttore di Coldiretti Cremona –.  Basti dire che oggi solo una busta di latte uht su quattro vendute in Italia è prodotta con latte italiano. Ma il cittadino-consumatore non lo sa. Per questo è essenziale vincere la battaglia sull’obbligo dell’origine in etichetta: vale per il latte uht, per tutti i prodotti lattiero caseari, come per tutto il cibo made in Italy. I consumatori italiani e di tutto il mondo vogliono il vero agroalimentare italiano. Rendere il nostro prodotto immediatamente e completamente riconoscibile, distinguerlo dagli altri attraverso l’origine in etichetta, è essenziale per ridare reddito alle nostre aziende”.

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