“Bene la delibera che attendiamo da tempo e che è stata sollecitata più volte in maniera bipartisan e dovrebbe finalmente concretizzarsi il prossimo 28 aprile - afferma la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi – Ci appare fondamentale che nel riconoscimento dei centri di BU sia equilibrato il rapporto tra il numero delle prestazioni erogate e i tempi di attesa. Infatti fra gli indicatori di qualità che dovranno essere utilizzati per l'individuazione dei centri di senologia specializzati vi è il numero delle prestazioni erogate (150 almeno) ma anche la tempestività dell'intervento chirurgico. Il rischio è infatti che le donne in questo particolare stato di fragilità ricorrano più frequentemente al pagamento delle prestazioni in regime di solvenza. Gli unici dati che ci sono stati forniti ci dicono che nella più importante delle strutture pubbliche milanesi è alto il livello di ricorso al regime di solvenza causato dalla relazione con i tempi di attesa troppo lunghi”.
Nella risoluzione approvata all'unanimità dal Consiglio regionale era identificato un impegno specifico anche sul tema della prevenzione secondaria.
“I dati di Regione Lombardia sui livelli di aderenza delle donne agli screening sono ancora disomogenei a seconda dei territori. Necessario perciò tutelare le attività e prendere in considerazione la possibilità di alzare l'età di accesso come fatto da altre Regioni perché in linea con l'incidenza della malattia che purtroppo riguarda sempre più donne al di sotto dei 50 anni. Ricordiamo che in Regione Emilia Romagna l'accesso agli screening è proposto a partire dai 45 anni di età” conclude Valmaggi.
