Egregio direttore capita spesso di imbattersi in articoli o servizi sulla qualità dell’aria delle nostre città. Per quanto riguarda la localizzazione, è importante che le stazioni in una determinata zona siano in grado, nell’insieme, di rilevare sia l’inquinamento medio sia i valori di picco a cui la popolazione può effettivamente essere esposta per un tempo significativo, se è vero che i 73 giorni sopra i 50 µg/m3 del 2016 a Milano sono circa la metà di quelli di 10 anni prima, non dimentichiamoci però le concentrazioni di PM10 e PM2.5 raggiungono entrambi valori molto superiori ai limiti previsti dalla normativa
Anche per l’NO2, ossido di azoto prodotto dalla combustione del gas metano producono i superamenti del limite normativo sulla media annua frequentemente e contribuiscono all’effetto serra in misura impattante 320 superiore rispetto al parametro di riferimento della CO2 inoltre nelle nostre zone, Il ristagno favorisce anche la formazione di particolato secondario, es il biossido di zolfo (SO2) ecc.
Infine non dimentichiamoci che l’inceneritore pardon il termovalorizzatore sebbene inquini e produca diossine, furani ed altri inquinanti cancerogeni a norma di legge non dimentichiamoci che come se non bastasse in via san Rocco, 2 anni fa è stato costruito un impianto di cogenerazione a Bio Masse semi nascosto in via San Socco che in aggiunta all’inceneritore produce grandi quantità di polveri sottili, infatti nella zona di Gerre Borghi in virtù della rosa dei venti le percentuali di pm10 in questi ultimi giorni di inquinamento intenso erano quasi 5 volte superiori al limite consentito, dei 50 micro grammi/ m3 sarà un caso? Io penso di no.
Infine in merito all’inquinamento delle vecchie caldaie, si possono sostituire con le nuove caldaie a condensazione che hanno rendimenti del 97% e inquinano almeno 30 volte meno rispetto alle vecchie caldaie, ed è previsto un rimborso del 65% del costo diluibile in 10 anni.
Elia Sciacca (Cremona)