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Luciano Pizzetti, dopo la sconfitta ora il PD starà all’opposizione

Intervista di Andrea Gandolfi pubblicata sul giornale La Provincia del 6 marzo 2018 con autorizzazione dello stesso Luciano Pizzetti

| Scritto da Redazione
Luciano Pizzetti, dopo la sconfitta ora il PD starà all’opposizione

Luciano Pizzetti, dopo la sconfitta ora il PD starà all’opposizione

Intervista di Andrea Gandolfi pubblicata sul giornale La Provincia del  6 marzo 2018 con autorizzazione dello stesso Luciano Pizzetti

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Ecco il testo dell’intervista di Andrea Gandolfi.

Ieri sera mancava ancora la conferma ufficiale, ma il 22/23 per cento di consensi ottenuto dal Partito Democratico nel collegio di riferimento faceva apparire pressoché certa la rielezione del sottosegretario e senatore uscente Lu ciano Pizzet ti , che nella legislatura ai nastri di partenza dovrebbe invece sedere tra i banchi della Camera dei Deputati.

Una prospettiva sulla quale lo stesso Pizzetti mantiene ovviamente uno scaramantico ‘no comment’. Inevitabile, invece, l’analis i sulla disfatta del Partito Democratico sancita dal voto di domenica. « C’è ovviamente amarezza per come sono andate le cose — ammette Pizzetti —. Specie considerando che abbiamo iniziato questa esperienza di governo forse nel punto più duro della crisi e la terminiamo avendone portato fuori il Paese; con tutti i principali indicatori che volgono al meglio, ed una serie di diritti civili accr es ciu t i» .

 Perché non è bastato?

«Perché evidentemente tutto questo non conta nulla: come non conta nulla il collegamento con il territorio. A decidere le sorti del voto è stato invece un vistoso ‘mix ’ di paura, rabbia e risentimento. Tutti fattori con i quali non si va molto lontano, ma tant’è... Gli italiani hanno deciso così; dunque credo sia bene che chi ha ottenuto su quelle basi un risultato così rilevante, proceda con l’azione di governo».

 Ora quale sarà la strategia del Partito Democratico?

 «Non credo che per noi ci possano essere posizioni diverse da quella dell’opposizione ; perché alla fine, ci piaccia o meno, gli elettori hanno deciso così. Dunque il Partito Democratico deve stare all’opposizione, impegnandosi nella paziente ricostruzione del suo insediamento sociale e proseguendo con una politica delle riforme che guarda al Paese. Questo è ciò che serve, anche se non paga dal punto di vista elettorale. L’amara conclusione è che il riformismo non porta voti. Tutti chiedono a gran voce che il Paese cambi; ma quando qualcosa cambia davvero, le reazioni sono così potenti a tutti i livelli da bloccare tutto. Così, chi vuole — a parole —, il cambiamento, può continuare beatamente a fare chiacchiere dicendo di volerlo. Mentre chi lo pratica nel concreto va ‘sotto botta’ e prende la legnata. Questa è la sostanz a» .

Come giudica l’annuncio di Renzi sulle sue dimissioni?

«Credo che in questa situazione siano un atto dovuto. Mi sarei meravigliato del contrario » . A sostegno della candidatura di Pizzetti, nei giorni scorsi si erano pronunciati con un appello al voto anche trentasei sindaci ed un vicesindaco del territorio, incluso il presidente d e l l’amministrazione provinciale. Sottolineando il «prezioso ruolo di raccordo istituzionale e politico tra i diversi piani istituzionali, svolto in questi anni con efficacia, competenza e dedizione. La sua presenza al governo ed in Parlamento ha garantito un rapporti fecondo con il territorio, contribuendo in modo decisivo alla soluzione di molte questioni cruciali per lo sviluppo locale; con una disponibilità mai subordinata al colore politico delle amministrazioni locali. Si è fatto promotore di un’idea di bene comune condiviso superiore a quella dell’appartenenza politica, dello schieramento e della zona del territorio provinciale dalla quale provenivano le istanze. Rappresenta, dunque, una garanzia di crescita del nostro territorio nella sua interez za» .

Intervista di Andrea Gandolfi pubblicata sul giornale La Provincia del  6 marzo 2018 con autorizzazione dello stesso Luciano Pizzetti che ringraziamo per l apubblicazione.

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