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Mangimi: preoccupa la dipendenza dall'estero per le materie prime.

| Scritto da Redazione
Mangimi: preoccupa la dipendenza dall'estero per le materie prime.

E' la voce più importante nei costi di produzione del nostro settore agroalimentare.
•Allodi (Assalzoo): "L'agroalimentare italiano vale 200 miliardi di euro, il 14% del PIL nazionale, ma l’agenda politica non gli riserva quelle priorità che merita."

•Costi di produzione sotto esame a Italpig, la Rassegna suinicola di Cremona, e alla Fiera Internazionale del Bovino da Latte (24-27 ottobre 2013), dove gli operatori si confronteranno sulle possibili strategie da mettere in atto per uscire dalla crisi del comparto.

Cremona, 25 giugno 2013 - Il livello di autoapprovvigionamento è assicurato, forte di una percentuale pari al 96,3%, ma è la dipendenza dall’estero per le materie prime destinate alla produzione di mangimi a preoccupare. Materie prime che hanno registrato aumenti di prezzo elevati, come la farina di soia, che nel 2012 ha segnato un +35,1% rispetto all’anno precedente, causando una inevitabile lievitazione del costo del prodotto finito a carico degli allevatori.

Produzione in calo dell’1,7%. Pesa la riduzione delle consistenze zootecniche di alcuni comparti come il bovino e il suino

Alla recente assemblea annuale di Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) sono stati illustrati come di consueto i dati relativi alla produzione dell’anno passato. Un anno, il 2012, che si è caratterizzato anche per una diminuzione produttiva di mangimi pari all’1,7%; un dato che posiziona l’Italia al quinto posto nell’Europa a 27.

Aumenta la quantità di mangimi prodotti per il settore avicolo. L’unico segno meno riguarda l’alimentazione destinata alle galline ovaiole

“La minor produzione segnata nel 2012 – ha spiegato il presidente di Assalzoo, Alberto Allodi – arriva dopo due anni di incrementi che avevano portato il settore a raggiungere, nel 2011, un picco di produzione mai toccato prima. Entrando nello specifico, la riduzione produttiva di mangimi ha riguardato soprattutto il settore bovino e suino, rispettivamente con un -4,5% (-1,8% per l’alimentazione destinata alle vacche da latte e -11,8% per quella dei bovini da carne) e -2,9%, mentre il settore avicolo ha registrato un incremento dell’1,2%. In totale, la produzione mangimistica italiana, nel 2012, ha toccato 14.273.000 tonnellate, a fronte di 14.522.000 dell’anno precedente. Le riduzioni indicate rispondono a un ridimensionamento del patrimonio zootecnico nazionale che si concretizza in un -7,4% per quanto riguarda i suini e in un -2,6% per i bovini in generale, anche se abbiamo registrato un aumento delle bovine da latte e un forte decremento, -5,8%, dei bovini da carne. L’unico incremento, seppur modesto, va attribuito al comparto avicolo con un +0,5% dovuto all’aumento dei polli da carne (+4,6%) e dei tacchini (+16,%), mentre la consistenza delle galline ovaiole ha registrato una forte riduzione: -17,9%”.

L’agroalimentare italiano vale il 14% del PIL nazionale. Solo questa percentuale dovrebbe favorire una serie di iniziative efficaci e mirate per il sostegno e lo sviluppo del comparto

Secondo l’analisi di Allodi le istituzioni devono fare una profonda riflessione su ciò che rappresenta e sulle opportunità che racchiude l’agroalimentare italiano. “Un settore – ha affermato – che vale 200miliardi di euro pari al 14% del PIL nazionale rispetto al quale, purtroppo, l’agenda politica non riserva quelle priorità che merita perché nel nostro Paese l’agricoltura e la zootecnia continuano a perdere capacità produttiva e competitività. Con il 50% di materie prime vegetali importate, a cui si sommano oltre il 30% di carne suina e il 40% di latte anch’essi importati, se non si interviene con una adeguata politica strategica si rischia di scivolare al di sotto di una soglia minima di autoapprovvigionamento”.

Il costo alimentare, per gli allevatori italiani, rappresenta la voce più pesante nel computo dei costi di produzione, che saranno discussi e analizzati approfonditamente durante la prossima edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte e Italpig. dove tutta la filiera del latte e della carne suina si è data appuntamento per trovare soluzioni concrete che consentano di uscire dalla crisi che affligge il settore.

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