Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 21.45

Matrimoni gay L’antica Roma era più avanti dell’Italia di oggi di Riky

Matteo Renzi, in risposta al pronunciamento europeo, ha assicurato che la Legge sulle unioni civili sarà varata entro l'anno. Nella maggioranza, però, non c'è accordo.

| Scritto da Redazione
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Negli scorsi giorni, come sappiamo, la CEDU (Corte Europea dei Diritti dell'Uomo più nota come Corte di Strasburgo)  ha condannato l'Italia per il suo mancato adeguamento  alle direttive europee in materia di riconoscimento giuridico delle unioni di fatto tra persone dello stesso sesso: i cosi detti matrimoni gay. Pressoché tutti i Paesi Europei (Francia, Lussemburgo, Belgio, Spagna, Germania, Portogallo, Austria, Svizzera, Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia, Olanda, Danimarca, Finlandia, Svezia, Islanda, Norvegia, Regno Unito e ultima l'Irlanda) contemplano una legislazione volta -informa piu o meno accentuata, a livello di unioni civili o di vero e proprio matrimonio gay- al riconoscimento di diritti  (e doveri) giuridici nascenti da forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici. In Italia, paese del cattolicesimo (sebbene anche all'interno della Chiesa stessa si manifestino -apertis verbis sotto il pontificato illuminato di Francesco- posizioni differenti in merito), e di una classe politica pronta ad assecondarne i voleri, dimenticando che lo Stato è o dovrebbe essere sempre Laico, manca completamente e vergognosamente qualsiasi forma di riconoscimento e di tutela giuridica. Una discriminazione aberrante frutto di un insano pregiudizio.

Matteo Renzi, in risposta al pronunciamento europeo, ha assicurato che la Legge sulle unioni civili sarà varata entro l'anno. Nella maggioranza, però, non c'è accordo. Nettamente contrari il NCD e alcuni settori di FI, anche se Berlusconi -forse illuminato, tardivamente, dalla compagna Francesca  Pascale- pare favorevole. La CEI, a bocca del suo segretario Galantino, ha puntualmente obbiettato che la vera urgenza è una politica a favore delle VERE famiglie. Lo stesso Galantino, che ovviamente(?), fa il suo mestiere, aveva definito "una sconfitta per l'umanità" il voto favorevole alle nozze gay nel referendum irlandese di alcune settimane fa.

Giuridicamente, la Costituzione Italiana non prevede il matrimonio gay, ma l'art.3 garantisce l'uguaglianza tra tutti i cittadini. Al di la del termine usato, si tratta -è ovvio- di assicurare alle coppie gay gli stessi diritti di cui possono usufruire le coppie eterosessuali sposate: il diritto alla successione, il diritto a restare nella abitazione del coniuge, il diritto alla reversibilità della pensione, il diritto di assistenza medica -quando il compagno è ricoverato- e il diritto all'adozione. Quest'ultimo, il più spinoso dei problemi, con la mediazione in atto in Commissione di vietare le adozioni tranne quelle di figli avuti dal coniuge. Oggi come oggi, se si andasse al voto, la legge passerebbe con una maggioranza TRASVERSALE, visto il voto favorevole annunciato dai grillini, e nonostante che anche nel PD permanga qualche voce fuori dal coro. Il modello legale della proposta Renzi è ricalcato su quello della legge tedesca in vigore fin dal 2001, molto simile al matrimonio eccetto due aspetti: non si chiama matrimonio ma "unione civile" e contempla il divieto -appunto- di adozione di figli eccetto quelli biologici. Dopo i vari PACS, DICO ecc. speriamo sia la volta buona...!

Un osservazione personale: i favorevoli ai matrimoni gay, il cui riconoscimento è senza dubbio un segno di civiltà di una Nazione, citano spesso l'antica Grecia, dove l'omosessualità era notoriamente tollerata. IO voglio ricordare, invece, l'antica Roma e il suo grande Diritto: dove il pretore accordava un'azione quando, molto semplicemente e razionalmente, verificava il fondamento reale delle esigenze che erano alla base della richiesta del provvedimento.

Come si vede, non sempre il progresso comporta un miglioramento di vita...!

Speriamo vivamente che "l'amore che non osa dire il suo nome", come definì l'omosessualità Oscar Wilde, abbia finalmente un riconoscimento giuridico anche in Italia, contribuendo anche alla fine di gesti e comportamenti omofobici. Anche se si sa, l'ignoranza che li produce è dura a morire...!

Riky Milano

 

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