Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 12.59

Migranti: Piantedosi in Parlamento

| Scritto da Redazione
Migranti: Piantedosi in Parlamento

Nel 2022 si è registrato un aumento degli sbarchi del 60% e i centri di accoglienza sono saturi. È quanto comunicato dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che questa mattina ha reso una informativa in Parlamento sulla gestione dei flussi migratori e, in particolare, sui recenti interventi che hanno coinvolto navi di Ong nel Mediterraneo centrale.

Prima in Senato e poi alla Camera, il Ministro ha prima ribadito che la tutela della dignità della persona è un dovere delle istituzioni, per poi precisare, però, che per rispettarla serve “un sistema di accoglienza sostenibile”.

In base ai dati forniti dal ministro, delle 69.000 richieste di asilo (56% in più rispetto all'anno precedente) presentate, il 57% si sono concluse con il diniego: ciò significa, ha sostenuto Piantedosi, “che la maggior parte dei migranti è spinta da motivazioni economiche che non danno titolo all'ingresso”.

Secondo il Governo “lo Stato non deve abdicare al controllo delle frontiere”; al contrario “i flussi migratori devono essere governati, pianificando gli ingressi con i Paesi che garantiscono la prevenzione delle partenze illegali e l'attuazione dei rimpatri”. Come detto già dalla Premier Meloni nel suo discorso per la fiducia, “la selezione degli ingressi non può essere affidata ai trafficanti e il porto di sbarco non può essere scelto da un soggetto privato”, ha ripetuto Piantedosi.

Quanto alle recenti vicende che hanno coinvolto di recente la Ocean Viking e la Geo Barents, Piantedosi ha affermato che “le Ong hanno agito autonomamente senza coordinarsi con le autorità statuali competenti e provocando, in un caso, attriti con la Francia”.

Citata la nota congiunta che l’Italia ha siglato con Malta, Grecia e Cipro, cioè i Paesi che “si trovano a sostenere l'onere più gravoso della gestione dei flussi migratori”, il ministro ha spiegato che in essa “si sottolinea che il meccanismo di ricollocazione temporanea e volontaria non ha funzionato e si sostiene la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, ed equamente condivisa tra tutti gli Stati membri”.

I quattro Paesi, inoltre, sollecitano la Commissione europea ad avviare “una discussione sul coordinamento delle operazioni nel Mediterraneo, volta a garantire che le navi private rispettino le convenzioni internazionali e che tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali”.

L’Italia, ha concluso, “non è mai venuta a meno a doveri di solidarietà, che hanno però un limite segnato dalla capacità di garantire accoglienza e integrazione: l'Europa deve mettere in campo una nuova politica che preveda un piano di sostegno ai Paesi del Nord Africa e una gestione coordinata e solidale dei movimenti migratori primari”. (aise) 

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