Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 18.15

Migrazioni in Italia ed Europa, il contributo di Francesco Lena

«Dire basta alle armi, strumenti di morte, e dire sì agli strumenti di pace»

| Scritto da Redazione
Migrazioni in Italia ed Europa, il contributo di Francesco Lena

Da anni assistiamo all’arrivo in Italia e in Europa d’immigrati, provenienti da vari Paesi africani, asiatici e altri, che fuggono da guerre, conflitti e dalla fame, sono tuttora in aumento.



È una situazione delicata, che pone dei problemi da risolvere per gli Stati europei di una giusta accoglienza, che va gestita bene con unità, responsabilità e determinazione, da parte di tutti gli stati europei, possibilmente in collaborazione dell’ONU. L’ONU dovrebbe portare tempestivamente aiuti a casa loro, pensando che a tutte le persone piacerebbe restare nel Paese di nascia. L’ONU si dia una mossa, metta in campo strategie diplomatiche per prevenire, fermare le guerre, i conflitti e a combattere la fame.



L’Europa si adoperi, naturalmente assieme all’ONU, per la formazione di governi di unità nazionale nei Paesi in conflitto, per superare le divisioni e le crisi civili e sociali. Poi mandare aiuti economici, attrezzature, materiale, per favorire lo sviluppo dell’economia e dell’agricoltura. È importante saper accogliere al meglio, con un’equa distribuzione degli immigrati in tutti i Paesi europei.



L’Italia ha fatto tanto e sta facendo bene, con la nostra marina e soprattutto con tanti volontari, salvando vite umane, uomini, donne e bambini. Il governo sta facendo con impegno la propria parte assieme alle istituzioni locali, una capillare distribuzione degli immigrati su tutto il territorio nazionale. Si potrebbe fare ancora di più e meglio: la situazione andrebbe vissuta come un’opportunità di grande umanità e di solidarietà. Abbiamo tante caserme vuote, conventi, case abbandonate al degrado, zone d’Italia lasciate all’abbandono: questi edifici potrebbero essere utilizzati per dare un tetto agli immigrati. Il gesto di accoglienza diventerebbe quindi anche un’occasione di ristrutturazione, di ricupero ambientale, di sviluppo economico e sociale. Poi dobbiamo insegnare ai migranti l’italiano e piano, piano, favorire la loro possibilità di avere un lavoro.



Cari cittadini, dobbiamo fare sentire la nostra voce, dire basta alle armi, che sono strumento di morte, e dire sì a strumenti di vita e di pace. Basta muri materiali e mentali, basta paure: l’arrivo di persone bisognose e disperate va gestito con intelligenza, con grande responsabilità e umanità, salvaguardando sempre la dignità di ogni persona, pensando anche che potremmo essere noi al loro posto. Li chiamiamo immigrati, rifugiati, ma prima di tutto sono persone che hanno bisogno di cibo, di giustizia, di libertà e di pace. Si nasce tutti uguali su questa nostra terra, stessi diritti e stessi doveri, non scegliamo noi dove nascere e siamo tutti cittadini di questo mondo. Allora facciamo diventare quest’arrivo di persone un’occasione di amicizia sociale, di crescita civile, culturale, umana, di globalizzazione della solidarietà: tutte le persone del mondo hanno il diritto al cibo, alla libertà, alla pace, ma soprattutto il diritto alla vita.



Francesco Lena

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