Martedì, 16 aprile 2024 - ore 15.59

Milano Fs, i lavoratori sulla torre rifiutano l’accordo

| Scritto da Redazione
Milano Fs, i lavoratori sulla torre rifiutano l’accordo

La protesta degli operai ex Wagon Lits. I lavoratori della ex-Wagon Lits, in mobilitazione permanente contro i licenziamenti da giovedì 8 dicembre sulla torre della stazione centrale di Milano, hanno respinto l’accordo firmato poche ore prima presso la Regione Lombardia dalle organizzazioni sindacali con la sola eccezione della Cgil, della Filt Cgil e del Fast Ferrovie.

La trattativa aperta nella mattinata del 30 dicembre si è protratta fino alle ore 22 con il raggiungimento di un accordo ritenuto insoddisfacente dalla Cgil e dalla categoria dei trasporti. Per queste ragioni i lavoratori in presidio permanente hanno deciso di proseguire nella mobilitazione e i tre lavoratori arrampicati sulla torre rimarranno fino a che non si aprirà una trattativa nazionale.

Spiega Stefano Malorgio, segretario della Filt regionale: “Il taglio dei treni che collegano il nord e il sud del paese costituisce una riduzione dell’offerta di mobilità per i cittadini, in particolare lombardi. L’obbligo di cambiare treno (a Bologna o a Roma) e di utilizzare l’Alta Velocità rende non conveniente l’uso del treno con il risultato di uno spostamento del traffico verso il mezzo privato oppure il pullman. Per questo abbiamo chiesto alla Regione Lombardia di impegnarsi formalmente presso il governo, con le parti sociali, per ripristinare questo servizio”.


“Non solo la Regione ha rifiutato questo impegno – prosegue il sindacalista –, ma sottoscrivendo già oggi un accordo volto unicamente alla ricollocazione (solo del personale della Lombardia) presta il fianco al gruppo Fs che ha un pretesto per non riaprire un confronto nazionale l’unico in grado di riconnettere il nord e il sud e risolvere i problemi occupazionali per tutti gli 800 lavoratori sul territorio nazionale. Questo consentirà per esempio, ad Fs di continuare ad assegnare treni Italiani con materiale Italiano alla società francese senza alcuna possibilità di discussione”.

“Apprezziamo lo sforzo della Regione volto ad attenuare l’impatto occupazionale di scelte nazionali sia del governo che del gruppo Fs . Abbiamo richiesto, inascoltati, che il processo di ricollocazione dei lavoratori avvenisse a seguito del ripristino almeno parziale del servizio nord-sud, al fine di verificare la reale quantità di esuberi e non scaricare costi impropri sui cittadini lombardi. Consideriamo la proposta di ricollocazione avanzata nel testo dell’accordo insoddisfacente e precaria”.

”Si dichiara che lo soluzione trovata in Lombardia non sarà ripetibile ponendo una pesante ipoteca sul destino degli altri 700 lavoratori in Italia; i lavoratori saranno rioccupati nella stragrande maggioranza in aziende degli appalti ferroviari (pulizia e piccole manutenzioni) con una garanzia occupazionale legata alla durata dei contratti di appalto alcuni dei quali scadranno nei prossimi sei mesi. Una cancellazione di fatto della clausola sociale; è stata rifiutata ogni possibilità di condividere criteri oggettivi per la scelta del personale con evidenti rischi di discriminazioni per i lavoratori più deboli; i 16 lavoratori della manutenzione che da cinque mesi non percepiscono alcun salario saranno ricollocati solo a partire dal mese di gennaio del 2013”.

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