Condannato all'ergastolo: si è chiuso così sulla cosiddetta "strage del Tribunale di Milano" a carico di Claudio Giardiello, l'imprenditore immobiliare che il 9 aprile 2015 esplose alcuni colpi di pistola all'interno del palazzo di giustizia milanese uccidendo tre persone (l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, l'imprenditore suo coimputato Giorgio Erba e il giudice Fernando Ciampi) e ferendone altre due. Il gup di Brescia, Paolo Mainardi, titolare del processo con rito abbreviato, ha accolto la richiesta di condanna del pm Isabella Samek giudicandolo colpevole di triplice omicidio volontario e lesioni gravi. Giardiello: la pistola era nel palazzo da tre mesi "Finora ho sempre mentito al pm.
La pistola che ho usato per sparare l'avevo introdotta a Palazzo di Giustizia tre mesi prima". E' la confessione che Claudio Giardiello ha voluto rendere attraverso alcune dichiarazioni spontanee al gup. L'avvocato Andrea Dondè, difensore di Claudio Giardiello, ha dichiarato: "Con le sue parole Giardiello ha confessato la premeditazione. Non viene meno solo un dettaglio, ma così crolla tutta la difesa. Era un dettaglio che teneva in piedi il suo castello di menzogne".
