No al mega impianto fotovoltaico deciso da Fondazione a ridosso di Cremona Solidale | Gian Carlo Storti
Il CdA di Fondazione Città di Cremona lo scorso 20 novembre ha deciso ‘l’aggiudicazione della costituzione del diritto di superficie a favore della società JUWI DEVELOPMENT 02 SRL, alle condizioni di cui all’Avviso pubblicato in data 30/9/19 ovvero: durata 30 anni a partire dalla stipula dell’atto notarile; autorizzazioni e permessi per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico in carico al superficiario; condizioni economiche € 1.150.000,00’ .
Purtroppo per ragioni personali non ero presente. Avrei votato contro.
Della questione me né parlò per la prima volta la Presidente Garoli, alcuni minuti prima , del CdA del 26 settembre. In quella sede dichiarai ‘ comunque che ritenevo la proposta pervenuta interessate e da valutare, ma visto l’enorme consumo di suolo si sarebbe dovuto procedere con prudenza e che in ogni caso manifestavo il mio accordo con la pubblicazione degli atti relativi per far partire la procedura’.
Il 3 ottobre , durante un incontro con i funzionari di Fondazione, ho scoperto che la procedura pubblicata era ‘ una gara vera e propria al termine della quale si sarebbe andati ad assegnare al vincitore il ‘diritto di superfice’.
A volte si sa non si capisce bene.
Successivamente non ho potuto partecipare alla seduta del 18 novembre dove è stata aperta la proposta di rinvio pervenuta da Linea Green.
Saputo della questione ho inviato, lo stesso 20.11.2019, una mail a tutto il CdA con la quale, vista la lettera di Linea Green chiedevo di,‘sospendere e di ripartire ex novo’
Il CdA , come detto , ha invece deliberato la costituzione del diritto di superficie a favore della società JUWI DEVELOPMENT 02 SRL motivando che la richiesta di Linea Green non era accoglibile.
Ho appreso poi che l’intera vicenda era partita da una proposte della stessa JUWI DEVELOPMENT 02 SRL. verso metà luglio e che è proseguita con diversi incontri- nei mesi di agosto fra i rappresentanti della Fondazione indicati dalla Presidente (ma pur essendo Vice Presidente io non ero fra loro ) ed esponenti della giunta del comune di Cremona e che ha visto come ritorno il consenso di massima-verbalmente espresso- dal sindaco Galimberti.
Gli incontri sono poi proseguiti con Juvi e credo Presidente Fondazione ed alcuni funzionari ( io non sono stato mai invitato) ed un consigliere per definire nei dettagli l’intero pacchetto , che come ho detto, è stato presentato-ben definito- il 26 settembre in CdA.
Visto come stavano le cose ho recuperato una parte dei documenti ed ho approfondito il dossier consultando privatamente esperti per capirne gli effetti sul suolo, urbanistici, sociali e politici di una operazione che frutterà , se realizzata, € 1.150.000,00’ e che vedrà per 30 anni 15 ettari di pannelli solari in bella vista.
A questo punto, appreso quanto sopra descritto, il mio manifesto disagio all’operazione si è trasformato in contrarietà alla stessa sia per ragioni di merito che di metodo.
So bene che Fondazione ha bisogno di risorse ma non a tutte le condizioni.
Tale impianto non è giustificabile né dal punto di vista sociale né politico per una amministrazione di centrosinistra che dovrebbe avere a cuore i problemi ambientali.
Non possiamo sbandierare ai quattro venti che va ridotto il consumo di suolo e poi nella pratica consentiamo tali obrobi.
Le varie osservazioni che in questi giorni sono state pubblicate sulla stampa, da parte di associazioni o singoli cittadini, stanno colpendo nel punto debole del progetto e cioè il grande consumo di suolo ( 15 ettari) e la durata del contratto (30 anni)..
Quindi per queste ragioni ritengo che il Comune di Cremona e Fondazione debbano revocare la decisione ed aprire con altre logiche il possibile investimento con un soggetto terzo che eviti però consumo di suolo utilizzando i molti tetti disponibili di immobili di proprietà della Fondazione stessa sparsi sul territorio oppure ragionando su nuove ed efficaci esperienze denominate ‘AGROVOLTAICO’.
Ma per fare questo non si doveva aspettare una proposta di una ditta che ovviamente pur riconoscendo alla Fondazione lauti ricavi avrà lei stessa, oltre al minimo rischio di mercato, sostanziose utilità.
Certo mi si risponderà che il tutto è subordinato all’ottenimento delle varie autorizzazioni.entro i 18 mesi.
Non sono in grado di sapere se per quel terreno serve il cambio di destinazione d’uso (da agricolo a servizi) che spetta al comune definire e se la legge regionale possa prevedere questo mega-impianto. Se fosse così basta non autorizzare il cambio d’uso- con una semplice delibera di Giunta- e si riparte da zero.
Per chiudere a partire dai prossimi giorni e mesi mi batterò, da semplice cittadino, perché il comune di Cremona, di centro sinistra, compia una inversione di tendenza e chieda alla Fondazione di azzerare il tutto e ripartire ex novo.
Auspico che organizzazioni ambientaliste organizzino forti iniziative di pressione per far ritirare una delibera sbagliata ed imperfetta e che avrà i suoi effetti negativi- se realizzata- per il prossimi trentanni.
Mi chiedo infine perché tanta fretta per una questione così delicata?
Ed il Partito Democratico che ho rappresentato per cinque anni nel CdA di Fondazione, cosa dice?
Gian Carlo Storti , Vice Presidente uscente del CdA della Fondazione Città di Cremona
Cr 18.12.19
-------------
P.s. Questa è la mia nota stampa integrale che ho inviato a tutti i media locali. Credo nella trasparenza della politica e quindi anche i retroscena non propriamente 'nobili' vanno resi pubblici. Mi aspetto pesanti reazioni, ma non ho problemi, quello che ho scritto è la verità dei fatti. Ciò che conta è stare al merito ...e questo mega-impianto fotovoltaico, anche se porta utilità alla Fondazione, va fatto saltare per il bene dei cittadini che hanno diritto a non vedersi deturpato per trentanni il loro territorio. Vi sono sempre alternative. Grazie a chi mi sta esprimendo vicinanza e solidarità.
gcst