Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 05.39

''no'' di Draghi ad un altro mandato

| Scritto da Redazione
''no'' di Draghi ad un altro mandato

“No”. È stato lapidario Mario Draghi nel rispondere a chi gli chiedeva se fosse disponibile ad un altro mandato a Palazzo Chigi. La domanda arriva quasi al termine della conferenza stampa con cui il Premier, affiancato dai ministri dell’economia e della transizione ecologica, Franco e Cingolani, ha illustrato oggi pomeriggio le misure del decreto Aiuti ter licenziato oggi dal Consiglio dei Ministri.

Un decreto che vale 14 miliardi che si aggiungono ai 17 stanziati attraverso l’Aiuti bis che dopo l’ok della Camera deve tornare in Senato per l’approvazione definitiva, dopo la modifica alla norma sugli stipendi dei dirigenti e manager della Pubblica amministrazione.

"Siamo a quota 31 miliardi” a sostegno di famiglie e imprese, ha detto Draghi, confermando che il Governo uscente “non prevede nessuno scostamento di bilancio".

Per le famiglie arriva un bonus una tantum di 150 euro “per 22 milioni di italiani che guadagno meno di ventimila euro", ha detto Draghi. Per le imprese il decreto mette sul piatto quasi 10 miliardi di risorse: verranno prorogati i crediti d'imposta che scadranno a fine settembre e estesi, nell’ultima parte dell’anno, alle piccole e medie imprese.

Sempre per le imprese e le bollette-monstre, il Governo prevede il conferimento di garanzie statali. Tali garanzie, conferite attraverso Sace, saranno gratuite se il finanziamento viene richiesto "per esigenze di capitale d’esercizio per il pagamento delle fatture, per consumi energetici, emesse nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022". Tra le altre misure previste, il decreto proroga per tutto il mese di ottobre la riduzione delle accise su gasolio e benzina e apre la strada alla norma anti-delocalizzazioni delle imprese.

Quanto alla concorrenza, Draghi ha voluto “sottolineare l'approvazione di due decreti legislativi sulla concorrenza. Uno è la riforma dei servizi pubblici locali, che introduce maggiore trasparenza e riduce i conflitti di interesse, incoraggia le aggregazioni. L'altro è la mappatura delle concessioni che permetterà di verificare più semplicemente le modalità con cui sono affidati i beni demaniali”.

Confermato l’ok del Governo al rigassificatore di Piombino, che “è una questione di sicurezza nazionale", Draghi è intervenuto anche sulla questione del dossier sui finanziamenti russi a forze politiche straniere, sostenendo che il segretario di stato Usa, Blinken, gli ha confermato che nella lista “non ci sono forze politiche italiane”.

È chiaro, ha aggiunto, “che negli ultimi 20 anni il governo russo, come risulta da amplissime ricostruzioni internazionali, ha effettuato una sistematica opera di corruzione in molti settori, in Europa e negli Usa. Sono cose note, non c'è di che stupirsi", ma "la democrazia italiana è forte, non si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati”, ha affermato il Premier. “Dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia. Non bisogna avere timore di qualunque voce”.

Ribadito, quindi, che le sanzioni contro la Russia “funzionano” e che l’Italia deve “continuare sul fronte di sostegno all'Ucraina per la guerra di liberazione da chi ha invaso il paese", Draghi ha risposto anche ad una domanda su Orban, dopo il voto di ieri a Strasburgo con Lega e Fratelli d’Italia che hanno votato contro la decisione del Parlamento Ue che ha dichiarato l’Ungheria non più democratica.

“Noi abbiamo una certa visione dell'Europa, difendiamo lo stato di diritto i nostri alleati sono Germania e Francia e altri Stati Ue che difendono lo stato di diritto”, ha detto il Premier. “Che cosa farà il prossimo governo non lo so; però i partner si scelgono, oltre che sulla comunanza ideologica, sugli interessi degli italiani”. Quindi “bisognerebbe chiedersi quali sono i partner che mi aiutano a proteggere meglio gli interessi degli italiani, chi conta di più tra questi partner. Datevi le risposte voi".

Sul Pnrr che per qualcuno “è da cambiare”, Draghi ha sostenuto che bisogna essere “pragmatici” e che la gran parte delle misure è stata già bandita, quindi “c’è poco da cambiare”.

Lapidario sulla sua permanenza a Palazzo Chigi, con il suo “no” ad un secondo mandato, Draghi ha sostenuto che il suo Governo “è stato creato per fare non per “stare””. (aise) 

575 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria