Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 01.53

PD Ecco perché la sinistra è ambientalista,alternativa alla destra | Bellini-Lamberti

Ma che politica è questa? Qual è la differenza tra sinistra e destra?

| Scritto da Redazione
PD Ecco perché la sinistra è ambientalista,alternativa alla destra | Bellini-Lamberti PD Ecco perché la sinistra è ambientalista,alternativa alla destra | Bellini-Lamberti

LA POSIZIONE DENTRO IL PD  Ecco perché la sinistra è ambientalista e realmente alternativa alla destra di MICHELE BELLINI E ANDREA LAMBERTI

La prima, tra progresso e conservazione. Come si può essere credibili nel guidare la riconversione di un intero sistema produttivo senza desiderare un modello di sviluppo diverso?

Un’altra è tra individualismo e comunità. Finché si ragiona in un’ottica individuale non si colgono appieno i danni del cambiamento climatico né si possono elaborare soluzioni efficaci.

Ma che politica è questa? Qual è la differenza tra sinistra e destra? Se lo chiede Ghali, ma non è il solo. E se la sua risposta è: «Cambiano i ministri, ma non la minestra; il cesso è qui a sinistra, il bagno è in fondo a destra», non fa altro che interpretare un sentire comune. Lo stesso che fa dire a Fabri Fibra: «In Italia non c'è più destra e sinistra, il potere calpesta e amministra».

 Di esempi se ne potrebbero fare a decine. Per molti. le distinzioni tra destra e sinistra sembrano semplicemente evaporate. A questo si aggiunge la confusione provocata dagli intrecci tra elettorati tradizionalmente identificati di destra o di sinistra: lo canta bene Roger Waters all’inizio del suo ultimo album da solista, You lean to the left, but you vote to the right.

 LA PRESUNTA FINE

Negli ultimi anni in Italia c’è chi ha costruito un’offerta politica sulla presunta fine di destra e sinistra, dal M5S a parte del mondo liberal-centrista. Eppure destra e sinistra esistono ancora. È l’economista Thomas Piketty a suggerire che il conflitto politico, per sua natura instabile e multidimensionale, si può comunque ancora ricondurre a un dualismo tra destra e sinistra, per lui dato dal primato della questione sociale. Questione che oggi emerge in maniera netta nella sfida più importante del nostro tempo: il cambiamento climatico.

 Per toccare con mano le differenze tra destra e sinistra oggi è a questo che si deve guardare. Non è un caso, infatti, che Bruno Latour indichi l’ecologia come il terreno della nuova lotta di classe. Qui si incarnano i valori di una sinistra moderna: giustizia sociale, solidarietà e cooperazione. Valori che indicano un percorso chiaro, alternativo a quello delle destre, l’unico percorribile per salvare il pianeta. Lo vediamo in almeno cinque fratture.

 La prima, tra progresso e conservazione. Come si può essere credibili nel guidare la riconversione di un intero sistema produttivo senza desiderare un modello di sviluppo diverso? Immaginare la società di domani è il compito dei progressisti. L’impegno ecologista è in netta contraddizione con la politica della nostalgia dei conservatori. Serve ripensare completamente il sistema; proporre interventi marginali non basta, ci condanna alla catastrofe ambientale.

 La seconda - rimossa negli ultimi 20 anni - si gioca sulle disuguaglianze, tra chi lavora per rimuoverle e chi le considera - per citare Norberto Bobbio - «sacre o inviolabili, naturali o inevitabili». La rivoluzione verde avverrà solo se sarà desiderabile, cioè se i suoi effetti redistributivi saranno gestiti con equità. Come può farlo chi auspica società profondamente diseguali? Senza nuove politiche redistributive e di welfare la transizione ecologica è semplicemente impossibile.

 La terza frattura è tra individualismo e comunità. Finché si ragiona in un’ottica individuale non si colgono appieno i danni del cambiamento climatico né si possono elaborare soluzioni efficaci.

 LA POSIZIONE DELLA DESTRA

È con lo sguardo miope dell’io che la destra taccia la sinistra di ingenuità. Un paradosso: è l’approccio di comunità ad essere “pragmatico”, è solo attraverso il noi che si riesce a vedere che i problemi di alcuni sono problemi di tutti e agire di conseguenza.

 La quarta è tra sovranismo e multilateralismo. Come può chi innalza muri essere attrezzato per la sfida che più di tutte richiede cooperazione globale? Può farlo solo chi è pronto a costruire una globalizzazione più giusta, fondata su nuove regole e standard. Il modello da seguire è quello del Green Deal e della tassazione sulle importazioni inquinanti, la cosiddetta Carbon Tax, che non a caso ha ricevuto voto contrario da Lega e FdI al Parlamento europeo.

 GLI INVESTIMENTI

La quinta frattura è tra politica industriale e laissez-faire economico. La rivoluzione verde ha bisogno di grandi investimenti - pubblici e privati - programmati all’interno di una strategia chiara, che solo una nuova politica industriale può delineare.

 È ingenuo, oltre che dannoso, pensare di lasciare al mercato la guida di questo processo: gli investitori si stanno muovendo troppo lentamente e tralasciando le aree poco redditizie. Assurdo che sia ancora la destra ad accusare la sinistra di poco pragmatismo, quando è evidente l’insuccesso della ricetta liberale.

 Cinque fratture chiare da contrapporre all’ipocrisia della destra. A parole sembrano tutti impegnati per la lotta al cambiamento climatico, ma è solo fumo negli occhi. Non siamo tutti uguali, perché non tutti vogliono davvero la sostenibilità. Ma è qui che la sinistra si gioca tutto, la propria credibilità e il futuro del paese.

 MICHELE BELLINI E ANDREA LAMBERTI

Fonte: https://www.editorialedomani.it/idee/voci/pd-sinistra-ambientalista-clima-alternativa-destra-jzq0d160 

1° Foto : Michele Bellini

2° Foto : Andrea Lamberti

 

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