Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 06.30

Personaggi ‘scomodi’ ? RAR

Gioacchino Genchi, che è stato al centro di intimidazioni proprio a causa delle intercettazioni. Chi ha paura delle intercettazioni?

| Scritto da Redazione
Personaggi  ‘scomodi’ ? RAR

Mitigando il senso di scoramento che deriva dalla condizione penosa delle attuali istituzioni, viene spontaneo offrire agli amici  lettori  e commentatori di questo sito, una ventata di aria fresca in grado di spalancare le finestre ad un’aria pulita, della quale abbiamo dimenticato l’esistenza.

Della attuale politica non c’è da salvare nulla, neanche il termine “politica”; assistiamo a comportamenti inqualificabili (ultima, ma solo in senso cronologico, l’assurda assoluzione di Azzolini), con centralità alle riforme della giustizia e con particolare riferimento alle intercettazioni.  Desidero ricordare

Gioacchino Genchi, che è stato al centro di intimidazioni proprio a causa delle intercettazioni.

Chi ha paura delle intercettazioni? 

La polemica mediatica sull’emendamento a firma on. Alessandro Pagano, non avrebbe ragione di esistere se solamente si avesse il dignitoso coraggio di rispondere ad una semplice quanto disarmante domanda: chi ha paura delle intercettazioni?

Se una intercettazione, carpita o abusiva quanto si vuole, diventa elemento base per evidenziare un reato ben più grave di una  violazione della privacy, allora ben venga l’intercettazione.

È già farsesco che per intercettare un parlamentare bisogna chiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza, che metterà ai voti in aula la richiesta, ovviamente con la presenza dell’interessato.

Sarebbe come suggerire al parlamentare interessato di  “non utilizzare il telefono e, per proseguire nelle attività illegali, tornare al collaudato sistema dei pizzini, tanto caro a Provenzano”.

Quanti reati sono stati perseguiti grazie alle intercettazioni…!

Ma, forse, è proprio per questo motivo che si è mobilitatala la pretesa salvaguardia della privacy, quando per privacy si intendono quelle manovre che hanno come sfondo la corruzione, l’interesse privato, il conflitto di interessi, i falsi in bilancio, e altri reati dei quali è piena la cronaca quotidiana, con la  presenza ormai ripetitiva di quei personaggi che, per mandato ricevuto dal corpo elettorale, dovrebbero rappresentare la trasparenza più adamantina.

Adesso chiarisco le ragioni di questa mia nota, chiarimento che riguarda talune mie reiterate affermazioni di ordine politico; contravvengo, quindi, alla linea  a-politica (ma meglio dire super-politica) che i network dovrebbero mantenere,  per indicare il mio punto di vista per favorire il ricambio d’aria.  Non sono mai stato molto tenero con il M5S, nei confronti del quale ho sempre evidenziato la mancanza di una progettualità concreta. Ultimamente mi sono ritrovato stretto all’angolo, non riuscendo a identificare un solo punto di accordo con la politica e i politici attuali. Così mi sono, in parte, ricreduto sul movimento creato da Grillo (ultima ratio), ponendo, però, alcuni paletti per me insormontabili. Il primo paletto è l’urgenza, nel movimento di Grillo,  di identificare un leader credibile, preparato e onesto; un leader che non risulti animato dall’ansia del “faccio tutto Io “; un leader che il duo Grillo/Casaleggio non deve inquadrare nell’alveo dei sottomessi agli ordini superiori; un leader capace di “fare squadra” evitando i personalismi e le autoesaltazioni.

Concludo con la convinzione che  Gioacchino Genchi (che ho incontrato a ascoltato in una riunione ristretta a Caltanissetta) potrebbe essere il personaggio giusto per un ruolo organizzativo e propositivo, in grado di apportare nel M5S il “quid” che manca e che, ancora, non permette un decollo verticale.

Il mondo degli elettori stufi della cronaca quotidiana aspetta una persona in cui credere.

Rosario Amico Roxas

 

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