Pianeta migranti Cremona Una flotta privata e clandestina per riportare i migranti n Libia
E’ l’ultima strategia, non sporadica ma organizzata, per respingere i migranti. Assomiglia a quella usata dalla criminalità organizzata. L’esordio, a pasquetta, con tre imbarcazioni private coordinate dalle forze armate di Malta. Lo testimoniano il capitano e altri personaggi coinvolti.
“L’operazione -clandestina e illegale- secondo esperti di diritto internazionale, sarebbe l’ultima misura adottata per arginare l’immigrazione africana. In aprile, Malta ha inviato una piccola flotta di navi mercantili private per intercettare i migranti e riportarli con la forza in Libia, zona di guerra, secondo le informazioni fornite dal capitano di una di quelle navi, da un comandante della guardia costiera libica e da un ex funzionario maltese.” E’ quanto sostiene Mediterranea Saving Human.
L’esperto di diritto marittimo e di asilo, Itamar Mann, dell’Università di Haifa (Israele), ha così commentato: “Sono metodi che assomigliano in modo agghiacciante a quelli della criminalità organizzata e risultano a tutti gli effetti simili alle operazioni dei trafficanti di esseri umani che i politici europei denunciano in modo categorico”.
In una situazione di abusi e di ingiustizie crescenti nei confronti dei richiedenti asilo, questo nuovo approccio sui migranti in mare costituisce una grave violazione dei loro diritti, sanciti e tutelati dalle convenzioni internazionali. Tanto più grave perchè
non si tratta di episodi singoli, ma di un piano sistematico per bloccare i migranti in Libia con la complicità di un’intera catena che tiene insieme i guardiacoste, i trafficanti e le milizie. Lo denuncia l’alto Commissariato Onu per i diritti umani dopo che UNSMIL (la missione delle Nazioni Unite in Libia) ha confermato che “il 15 aprile, 51 migranti e richiedenti asilo, (tra cui 8 donne e 3 bambini) a bordo di un natante, sono stati prelevati in acque maltesi e riportati in Libia attraverso una barca privata maltese”. Durante i loro sei giorni in mare, cinque persone sono morte e altre sette sono scomparse, e si presume che siano annegate”.
Il giornalista di Avvenire Nello Scavo, giornalista che indaga sul traffico dei migranti (per questo posto sotto scorta), sostiene che le barche private avevano targa maltese e libica, e che Malta non agisce da sola ma col supporto dell’Europa. Nello Scavo ha anche ricostruito l’identità dei giovani morti, per mancanza di soccorso, sull’imbarcazione privata che li riportava in Libia.
L’Onu ritiene che “i report secondo cui le autorità maltesi hanno richiesto alle navi commerciali di spingere in alto mare le imbarcazioni con i migranti in pericolo, sono di particolare preoccupazione”.
Purtroppo, i fatti e le prese di posizione evidenziano che l’obiettivo dei responsabili politici ed operativi coinvolti nel Mediterraneo centrale è quella del respingimento tout court, secondo la logica macchiavellica -criminosa- che il fine giustifica il mezzo. Una logica contrastata dall’Alto Commissariato per i Diritti umani che, invece, chiede agli stati una moratoria su tutte le intercettazioni e i ritorni in Libia: “In conformità con le nostre linee guida recentemente pubblicate su Covid-19 e sui migranti, ribadiamo che gli Stati devono sempre rispettare i loro obblighi, ai sensi dei diritti umani internazionali e del diritto dei rifugiati”. Un richiamo al vento, per ora! Così naufraga l’Europa e i diritti umani.