Pianeta Migranti Cremona ‘Aiutiamoli a casa loro’ a sconfiggere il coronavirus.
Questo sta facendo la dottoressa cremonese Donata Galloni nell’ospedale di Bangui (Repubblica Centro Africana) con i medici per l’Africa CUAMM. Da Project manager, la dottoressa supporta il locale Ospedale pediatrico universitario. Qui sotto, i messaggi e un video sul lavoro contro il Covid-19 in una situazione di estrema difficoltà.
Alcuni mesi fa, scriveva la dott.ssa Donata Galloni (*) :
“Sono preoccupata per quello che sta succedendo in Italia e in Lombardia. Se il virus arrivasse qui, le cose sarebbero ben peggiori. Ci si sta attrezzando dal punto di vista informativo e di sorveglianza; negli aeroporti, con il supporto dell’Oms, Unicef e Croce Rossa, si mettono in atto tutti i protocolli. A Bangui poi c’è un Istituto Pasteur, filiazione di quello di Parigi, proprio qui a fianco dell’ospedale, che ha ricevuto dall’Oms un certo numero di kit per fare diagnosi. Però in tutto il paese non c’è una terapia intensiva. Bisogna individuare un luogo dove fare almeno delle sale di quarantena, è facile dirlo, ma nella pratica è molto difficile. A vantaggio dell’Africa c’è il fatto che avendo una popolazione molto giovane, l’età media qui è di 19,5 anni: una popolazione forte, anche se non tutta in salute, perché c’è tanta malnutrizione, Tbc e Hiv che indeboliscono, però la spettanza di vita è 52 anni, non si arriva alle nostre fasce avanzate dove la mortalità per Coronavirus è più alta. Anche le condizioni di vita, aiutano: ci sono meno assembramenti in luoghi chiusi. L’Africa sub-Sahariana, dove opera il Cuamm, è quella più povera e più fragile dal punto di vista dei sistemi sanitari. Ma forse la cosa peggiore per l’Africa non sarà tanto la diffusione del virus, quanto piuttosto la conseguente crisi dell’economia che già si sta abbattendo sull’Europa e che avrà ripercussioni prolungate anche molto pesanti soprattutto in Africa.
Qui è in corso, da fine gennaio, una epidemia di morbillo pesantissima che colpisce i bambini. Siamo arrivati, in un mese, ad avere 1.300 bambini con il morbillo che si sono presentati al triage; non tutti necessitavano del ricovero, ne abbiamo ricoverati 200, ma abbiamo in tutto 277 posti letto e 2 sole stanze di isolamento”.
Recentemente, Marina Panarese, country manager del CUAMM nella Repubblica Centrafricana, dove lavora da due anni ha dichiarato:
“Subito dopo il 14 marzo, quando a Bangui è stato identificato il primo caso di coronavirus, il governo ha imposto restrizioni agli spostamenti e alle attività, per ridurre il contagio. Una conseguenza di questi blocchi è che essendoci meno aerei in arrivo, è ancora più difficile di prima rifornirsi di materiali di protezione e soprattutto di farmaci per le malattie più comuni. Questi beni, così indispensabili, arrivano a destinazione con tanto ritardo, con un impatto ancor più grave sulla salute delle persone.” Ad oggi, i casi di Covid-19 qui sono 50. Il Centro Africa è al penultimo posto nell’indice di sviluppo umano, ha un sistema sanitario fragilissimo, messo alla prova da tensioni interne e da malattie come il morbillo, la malaria e la malnutrizione, che continuano ad essere molto più letali del coronavirus. Il virus ha fatto aumentare il lavoro: non potendo eliminare nessun servizio in atto stante la situazione sanitaria già molto critica, abbiamo dovuto rivedere i nostri progetti per inserire attività di formazione e informazione sulla prevenzione del contagio da Covid”.
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Per sostenere Medici con l’Africa www.mediciconlafrica.org
(*) La dott.ssa Galloni (di Castelleone) che opera a Bangui (Repubblica Centrafricana) col CUAMM notizie su come affrontano il coronavirus ha lavorato all'Ospedale maggiore come infettivologa.