Sabato, 12 ottobre 2024 - ore 12.20

Pianeta Migranti. ‘L’obbedienza non è più una virtù.

Disobbedire alla legge per obbedire alla Costituzione. I sindaci che intendono sospendere alcune parti del decreto sicurezza, compiono un atto di “obbedienza costituzionale”. (don Virginio Colmegna)

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti. ‘L’obbedienza non è più una virtù. Pianeta Migranti. ‘L’obbedienza non è più una virtù. Pianeta Migranti. ‘L’obbedienza non è più una virtù. Pianeta Migranti. ‘L’obbedienza non è più una virtù.

Pianeta Migranti. ‘L’obbedienza non è più una virtù.

Disobbedire alla legge per obbedire alla Costituzione. I sindaci che intendono sospendere alcune parti del decreto sicurezza, compiono  un atto di “obbedienza costituzionale”. (don Virginio Colmegna)

La loro presa di posizione pone un interrogativo importante: questo decreto rispetta i principi fondamentali e i diritti inviolabili sanciti dalla nostra Costituzione come il diritto alla salute o il diritto all'istruzione, altro?

I sindaci devono rispettare le leggi del Parlamento, ma hanno anche il dovere di porre la questione della legittimità delle stesse leggi. Oggi, siamo in presenza di un decreto sicurezza approvato senza dibattito parlamentare, senza ascoltare gli allarmi degli operatori dell'accoglienza che avevano apertamente segnalato le criticità e senza confronto con i dubbi legittimi sollevati dai sindaci su punti specifici.

Ad entrare in seria difficoltà sono persone che sono arrivate da noi dopo avere subito tragedie umane indicibili, certificate anche dalle apposite Commissioni territoriali.

Se -per decreto- queste persone non possono iscriversi alle liste anagrafiche non hanno neppure il diritto all'assistenza medica, a stipulare un contratto di affitto regolare, a iscrivere i figli a scuola, a partecipare a corsi di formazione per dei contratti di lavoro. Sono persone ridotte a fantasmi. Cittadini anonimi, di serie B rispetto ad altri di serie A con diritti riconosciuti. Finiscono per aggravare quelle situazioni di marginalità che proprio le amministrazioni locali cercano di contrastare per garantire e la sicurezza sul loro territorio.

E’ logico pertanto che Sindaci e Governatori reagiscano facendo obiezione a un decreto, che oltre ledere i diritti sanciti dalla Costituzione, minaccia seriamente la coesione sociale e civile delle città. La disobbedienza dei Sindaci e delle Regioni sta crescendo di giorno in giorno, e ci si augura, possa far nascere un movimento di contrasto alla cultura razzista e di governo che sta attanagliando il paese.

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, confermando che contro il decreto la sua Giunta farà ricorso alla Consulta con una delibera, ha affermato: “Riteniamo che il decreto tocchi direttamente e indirettamente le materie concorrenti. Quelle su cui, come prescrive l'articolo 117 della Costituzione, abbiamo potestà legislativa come Regione. Vale a dire: l'assistenza sanitaria, il diritto alla casa e all'istruzione. Diritti essenziali che vanno garantiti senza distinzione di sesso, di razza e di religione”.

Molte le dichiarazioni di sostegno all’iniziativa dei sindaci e dei governatori.

Il presidente del Centro Astalli dei gesuiti di Roma che accoglie i migranti ha dichiarato: “Penso che sia il momento di resistere con tutte le forze che abbiamo avvalendoci di tutti i mezzi che ci offre la democrazia. La Costituzione va difesa davanti al decreto sull'immigrazione che l'ha calpestata".

Allora, ben venga questa forma di disobbedienza civile pensante, organizzata dai vari soggetti che vogliono tenere la barra dritta sulla centralità delle persone e della Costituzione! Non per propaganda, non per provocazione, ma per una presa di coscienza e per la profonda convinzione che la ferita inferta ai diritti delle persone può e deve essere riparata. Un segno di speranza nell’attuale barbarie.

 

 

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