Martedì, 23 aprile 2024 - ore 16.16

Pianeta Migranti. Le politiche di morte di Europa e Italia

La Guardia Costiera libica, dopo aver salvato in mare un giovane sudanese, lo ha ucciso sparandogli alla schiena mentre tentava di fuggire dall’inferno dei lager libici. Europa e Italia tacciono.

| Scritto da Redazione
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Pianeta Migranti. Le politiche di morte di Europa e Italia

La Guardia Costiera libica, dopo aver salvato in mare un giovane sudanese, lo ha ucciso sparandogli alla schiena mentre tentava di fuggire dall’inferno dei lager libici. Europa e Italia tacciono.

Lo ha denunciato  l’Organizzazione internazionale per le migrazione (Oim)  che insieme all’Onu condanna l’accaduto, sottolineando che la morte del ragazzo è un ennesimo campanello di allarme riguardo all’operato della Guardia Costiera libica.

Una tragedia – ricorda l’Oim – che accade due mesi dopo che 53 migranti, tra cui sei minori, sono stati uccisi in un attacco aereo nel centro di detenzione di Tajoura.

L’episodio è solo la punta dell’iceberg di una serie di violenze perpetrate contro i migranti.

Il segretario Onu Guterres, in un recente rapporto, ha provato l’esistenza di un mercato di migranti gestito da un gruppo di criminali composto da funzionari governativi, miliziani, Guardia Costiera libica e trafficanti. L’Onu ha le prove che la Guardia Costiera si fa pagare dai miliziani libici per portare indietro i migranti.

La Commissione europea non dice niente su tutto ciò e nemmeno sulla vicenda del sudanese ucciso, essendo direttamente parte in causa. Ha infatti finanziato e sostenuto con altri governi, tra cui l’Italia, la Guardia Costiera libica, e continua a farlo visto che una nave italiana è ferma nel porto di Tripoli per coordinare le operazioni di soccorso. 

Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera europea, da parte sua, afferma di fare pressione presso le autorità libiche (che da Bruxelles hanno ricevuto molti soldi) affinchè i centri libici siano chiusi.

Ma dopo anni in cui si è usata ogni strategia per fermare i migranti in Libia, ora, la misura è colma, il vaso trabocca ed emerge tutta la miopia e l’ipocrisia delle politiche di emergenza, di contenimento e di rifiuto. Se la politica italiana non può tirarsi indietro dall’evidenza di aver finanziato dei criminali, la Francia, invece, sceglie di sostenere la linea europea.

L’Associazione Studi Giuridici Immigrazione (ASGI), Amnesty International, Medecins Sans Frontieres ed altri organismi umanitari hanno presentato un ricorso contro la decisione del governo francese di donare sei navi alla Marina libica, di cui fa parte anche la Guardia Costiera del paese nordafricano.

Nel ricorso è stata richiesta la sospensione della consegna fino a quando il tribunale amministrativo deciderà se la donazione è legittima, ritenendo che quelle navi possono essere usate per intercettare i migranti in mare e riportarli in Libia, dove subiscono gravi violazioni dei diritti umani.

Si legge nel ricorso: “Queste imbarcazioni rappresentano oggi, il simbolo dell’esternalizzazione delle politiche europee di controllo della migrazione in Libia, ma la Francia, come l’Italia, non può ignorare cosa succede in Libia, e neppure che con questa consegna diventerebbe ufficialmente complice degli attacchi sulle vite e sulla sicurezza delle persone che da lì cercano di fuggire”.

 

 

 

 

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