Martedì, 14 maggio 2024 - ore 10.09

Pressione fiscale sulla casa e IMU| L.MARIANI

| Scritto da Redazione
Pressione fiscale sulla casa e IMU| L.MARIANI

Pressione fiscale sulla casa e IMU| L.Mariani
L'IMU, imposta che peserà fortemente sui bilanci delle famiglie, soprattutto per la fasce medio-basse della popolazione, concorrendo all'aumento della pressione fiscale (che si attesta oggi al 45% del Pil, un valore con pochi confronti al mondo, secondo i dati forniti dalla Corte dei Conti e dalla Banca d'Italia), ha già visto i primi aumenti nei Comuni in cui è stata deliberata, sia sulla prima casa che, in alcuni casi, sulla seconda. Come la CGIL aveva previsto e denunciato.

E' da ricordare che, rispetto alla vecchia ICI, sul valore finale dell'imposta incide, oltre che un aumento dell'aliquota, anche la rivalutazione delle rendite catastali secondo nuovi moltiplicatori, in attesa della riforma del Catasto annunciata alcuni mesi dal  Governo, per superare le sperequazioni nella distribuzione del prelievo, con allineazione delle rendite ai valori di mercato e con base non più sui vani ma su altri parametri come la superficie e la localizzazione. Per ora non ci sono altre indicazioni rispetto ad un'operazione che verosimilmente richiederà qualche anno, indispensabile però per il pagamento equo di tasse sui beni immobiliari, oggi con caratteristiche e valori che si discostano molto dalla rendita attribuita negli anni '60: per i mancati aggiornamenti rispetto a modifiche sopraggiunte (che portano appartamenti ristrutturati e di pregio in centri storici ad essere gravati di tasse inferiori a residenze di media dimensione in periferia); per una penalizzazione rispetto alla distribuzione delle stanze (che fa aumentare il numero dei vani e la rendita catastale a parità di superficie); per l'effetto delle fluttuazioni del mercato (che nei grandi centri urbani ha visto i prezzi moltiplicati rispetto ai valori fiscali).

Gli aumenti dell'IMU erano prevedibili per la già scarsa manovrabilità dell'imposta (per la prima casa il gettito è del Comune, per la seconda metà va allo Stato), che sta infatti incontrato le difficoltà dei Comuni, alle prese con continui tagli. E' verosimile che si possa propendere ovunque per un aumento generalizzato delle aliquote.

La prima rate scade il 16 giugno ma una proroga ha spostato al 30 giugno i termini per chiudere i preventivi 2012 e fissare le aliquote di tributi e addizionali, inizialmente fissati al 31 marzo 2012. All'aumento dell'IMU si sommano infatti anche i rincari delle addizionali Irpef regionali entrate in vigore con il decreto Salva Italia.

Gli aumenti già riscontrati oltre a pesare fortemente sulle famiglie in una situazione di forte difficoltà nel sostenere le spese, rischiano diprodurre anche effetti negativi nel mercato delle locazioni. In primo luogo è presumibile che gli aumenti sulle seconde case non saranno pagati totalmente dai proprietari, ma anche dagli inquilini, attraverso aumenti di canoni. In secondo luogo, come abbiamo più volte sottolineato, non c'è differenza tra imposta applicata ad immobili dati in affitto secondo la tipologia contrattuale. Sommando questo alla nuova forma di tassazione sui redditi da locazione (la cedole secca) il canale concordato rischia di scomparire definitivamente.

Alla Commissione Bilancio del Senato, molti  emendamenti riguardano proprio l'IMU. Tra le richieste condivisibili: l'esenzione fino al 2013 per gli immobili di proprietà ex IACP (in un paradosso per cui, pur operando in un regime di legale determinazione del canone e considerando le finalità sociali, sono soggetti ad un prelievo fiscale versato allo Stato che  rappresenta più di quanto ricevono per la costruzione) e la riduzione dell’aliquota allo 0,4% per chi affitta gli immobili con canone calmierato.

L'imposta può essere utilizzata come una delle leve per aumentare l’offerta in affitto a canoni moderati, diventando strumento di politica abitativa, ma è indispensabile che venga prevista la possibilità di applicare l'aliquota minima nel caso di immobili affittati a canone calmierato.

Alla luce del panorama che si sta delineando di aumenti generalizzati, in assenza di misure che modifichino gli aspetti più critici, nei limiti della normativa vigente è da sostenere ed incoraggiare la rivendicazione nei confronti dei Comuni (ai quali è stata prorogata appositamente la scadenza per l’approvazione dei bilanci preventivi) del mantenimento di una significativa differenza di aliquote tra i due canali contrattuali ed una forte penalizzazione dello sfitto.

Una modulazione che preveda l'aliquota dello 0,4% per il canale contrattato, lo 0,76 per il canale libero e l’1,06% per lo sfitto, possono rappresentare il modello da proporre. Questo risponde anche alle esigenze di bilancio, visto che lo scarso margine che resta al Comune sul contrattato può essere compensato dal maggior vantaggio sul canale libero, prevalente nel mercato delle locazioni.

Tipologia
di utilizzo

Aliquota

Ripartizione
gettito

Proposta
di modulazione

 

 

Stato

Comune

 

 

Abitazione principale

0,4 (+ o - 0,2)

-

0,4

 

 

Abitazione diversa

0,76 (+ o - 0,3)

0,38

+ o - 0,38

1,06

Sfitta

 

 

 

 

0,76

Affittata - canone libero

 

 

 

 

0,4

Affittata - canone concordato


Resta poi da verificare con i Comuni la possibilità di continuare ad applicare l’art. 2 comma 4 della legge 431/98 che consente di derogare al limite minimo dell’aliquota ICI a vantaggio dei contratti agevolati e di aumentare quella massima per gli immobili non locati da almeno due anni. Questo permetterebbe una maggiore differenziazione ed una maggiore convenienza per il canale concordato.

Fonte Cgil

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