Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 21.51

Previdenza Landini, il sistema contributivo va corretto

L'intervento del segretario generale della Cgil al convegno "Rivolti al futuro". Tra gli elementi che creano diseguaglianze c'è il fatto che i lavori non sono tutti uguali, non solo per l'aspettativa di vita ma anche sul piano dei contributi

| Scritto da Redazione
Previdenza Landini, il sistema contributivo va corretto

Previdenza Landini, il sistema contributivo va corretto

L'intervento del segretario generale della Cgil al convegno "Rivolti al futuro". Tra gli elementi che creano diseguaglianze c'è il fatto che i lavori non sono tutti uguali, non solo per l'aspettativa di vita ma anche sul piano dei contributi

È evidente: un sistema puramente contributivo, se non è corretto e se non ha al suo interno elementi di solidarietà, è un sistema che crea grandi diseguaglianze. Così Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, nel suo intervento nel corso del convegno sulla previdenza “Rivolti al futuro” che si è svolto il 19 luglio a Roma. “Solidarietà – ha detto – significa anche tener conto delle differenze delle cose che si fanno. Chi svolge un lavoro gravoso ha un’aspettativa di vita diversa rispetto ad altri lavoratori. E naturalmente significa anche distinguere le diverse situazioni in cui vivono e lavorano uomini e donne, e considerare i giovani”. Per questo, “se ci riferiamo alle donne, occorre tener conto del lavoro di cura che significa poi anche pensare a un modello sociale che abbia caratteristiche anche diverse da quello attuale”.

Landini ha costantemente collegato il tema della previdenza a quello del lavoro: “Tutti i nostri ragionamenti – ha scandito – debbono presupporre il fatto che il lavoro torni ad avere dei diritti. Poiché tra gli elementi che creano diseguaglianze uno dei più importanti è il fatto che i lavori non sono tutti uguali, non solo per l'aspettativa di vita ma anche sul piano dei contributi e delle opportunità”. Insomma, “dobbiamo fare in modo che qualsiasi rapporto di lavoro abbia dei contributi e sia utile per poter poi andare in pensione proprio perché viene riconosciuto e dunque valorizzato”.

L'altro elemento importante è quello della flessibilità: “Sembra un paradosso – ha argomentato il segretario generale della Cgil – che da un lato mi si dice che col contributivo vado in pensione in base ai contributi, poi, però, fino a 70 anni non posso lasciare il lavoro”.

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