Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 07.30

Quei nonni che raccontano non solo le favole: ERA L’8 SETTEMBRE DEL 1943”.Giorgino Carnevali (Cremona)

Senti Gianni Carlo, ti fo riflettere; secondo te i nonni sono ancora di moda? E se si…sanno raccontare solo le favolette oppure anche e soprattutto certa Storia che non è mai passata di modo? Piuttosto “passata” sulla pelle dei nostri padri, la Vera Storia?

| Scritto da Redazione
Quei  nonni che raccontano non solo  le favole: ERA L’8 SETTEMBRE DEL 1943”.Giorgino Carnevali (Cremona) Quei  nonni che raccontano non solo  le favole: ERA L’8 SETTEMBRE DEL 1943”.Giorgino Carnevali (Cremona) Quei  nonni che raccontano non solo  le favole: ERA L’8 SETTEMBRE DEL 1943”.Giorgino Carnevali (Cremona)

Quei  nonni che raccontano non solo  le favole: ERA L’8 SETTEMBRE DEL 1943”.Giorgino Carnevali (Cremona)

Senti Gianni Carlo, ti fo riflettere; secondo te i nonni sono ancora di moda? E se si…sanno raccontare solo  le favolette oppure anche e soprattutto certa Storia che non è mai passata di modo? Piuttosto “passata” sulla pelle dei nostri padri, la Vera Storia?

Del resto, il più delle volte, a questo punto della nostra conversazione si instaura tra me e te una sorta di complicità. O no? Io ci ho provato sai a raccontare quell’8 settembre del 1943 a tre dei miei quattro nipoti, con tanta di quella fatica che non ti dico. Risultato? “Nonno, nonno, senti, ma può succedere ancora tutto questo?”. Con garbo, preoccupato ma sereno ho loro risposto che tutti noi dobbiamo tenere alta la guardia affinchè quelle tristi vicende succedute (il passato poi…ritorna?), non debbano mai più ritornare, nonostante i tentativi di spegnere il significato di questa e tante altre commemorazioni. Soprattutto che quella voce, la memoria, rimanga e spesso riesca a provocare ed inquietare le coscienze. E così è iniziato, tra alti e bassi, quel racconto. “Bambini miei, dovete sapere che in quei lontani giorni dell’8 settembre del 1943 l’Italia era allo sbando. Allorquando tutti (o quasi) credevano che la guerra fosse finita, proprio allora iniziava la Resistenza, anche detta Resistenza partigiana, l'insieme dei movimenti politici e militari che in Italia dopo l'armistizio di Cassabile si opposero al nazifascismo nell'ambito della guerra di liberazione italiana. Anche a Cremona i tanti soldati di stanza qua da noi iniziano ad opporsi con le armi all’occupazione tedesca. E fascista. Nello sfascio più totale, nel fuggi-fuggi generale, alla caserma Manfredini, non lontano da dove per anni io avevo abitato, ci fu battaglia, una battaglia aspra, violenta e sanguinosa. Nello scontro con i tedeschi caddero il sottotenente Mario Flores e tanti altri valorosi soldati, armati purtroppo malamente. Vedete bambini miei, tutto iniziò da lì, la liberazione dell’Italia dagli oppressori nazifascisti era iniziata. La gloriosa caserma Manfredini di fronte alla quale l’altro giorno siamo transitati, ora è stata abbandonata. Gli ultimi soldati che ancora la abitavano sono stai trasferiti altrove. Forse verrà messa in vendita, anzi lo è già. Sparirà per sempre e diventerà un'altra cosa, quello che fu uno dei luoghi simbolo della città. Oggi più che mai è necessario “fare memoria” di quei giorni del lontano ’43, perché tantissimi giovani, un’intera generazione sacrificò la propria vita  per ottenere un’Italia libera dal tiranno soprattutto democratica. Recitiamo una piccola preghiera insieme”. Ed il più piccolo della combriccola (3 anni): “Nonno, nonno, ma perché tutto questo?”. Riusciremo mai noi adulti a fornire una consapevole risposta a quei tre piccoli innocenti bimbi, attraverso la nostra indispensabile presenza, venerdì 8 settembre partecipando alle commemorazioni in programma nella nostra città? Già. “Procedamus in pace, va là!”.

Giorgino Carnevali

“Quali sono, in parole oneste e concrete, i Valori della Resistenza? Sono i valori che rispondono agli impegni fondamentali dell’uomo di ogni tempo e che non costituiscono il peculiare patrimonio di un determinato momento storico, ma appartengono al piano morale dell’uomo e del cristiano, garantendone la dignità e la grandezza”. (don Primo Mazzolari).

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