Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 06.44

Giovanni Bianchi EL GHE’ PÖ! Di Giorgino Carnevali ( Cremona)

GIOVANNI BIANCHI IL POLITICO, IL PRESIDENTE ACLI, IL PRESIDENTE PPI, IL PRESIDENTE PARTIGIANI CRISTIANI, EL GHE’ PÖ! ” ……ed allora vi esorto A NON VOLER DISERTARE LE URNE IN OCCASIONE DEI PROSSIMI APPUNTAMENTI ELETTORALI, IN PARTICOLARE PER LE PROSSIME POLITICHE DI FEBBRAIO” (G.Bianchi-ottobre 2012)

| Scritto da Redazione
Giovanni Bianchi EL GHE’ PÖ! Di Giorgino  Carnevali ( Cremona) Giovanni Bianchi EL GHE’ PÖ! Di Giorgino  Carnevali ( Cremona) Giovanni Bianchi EL GHE’ PÖ! Di Giorgino  Carnevali ( Cremona)

Carissimo Gianni Carlo, con codesta “sollecitudo” di cui al grassetto introduttivo, semplicemente, come tu ben sai, Giovanni Bianchi (Giuàn per gli amici) “el ghè pö !“. Ricordo (ed è bene ricordare) allorquando nell’ottobre del 2012, durante il XVI Congresso dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani d’Italia in quel di San Donato Milanese, quasi quasi se lo sentiva di già quello squallido assenteismo elettorale serpeggiare negli elettori italiani. Chissà se apparteneva già allora ad un presagio nefasto per le prossime politiche nella primavera del 2018, chissà! XVI Congresso appunto. Osservo quei “vecchi eroi stanchi” durante il loro pranzo che molto assomiglia ad un rancio di “compagnia” (cum pane!), dove l’idea del dono volontario offerto come sacrificio si unisce al chiasso allegro della compagnia che ha deposto le armi. Quei "vecchi eroi stanchi" si riconoscono anche nel rancio, che è un altro modo di spezzare il pane. Poi il dibattito continua serio e puntuale. Si sente nell’attenta presenza di tutto il pomeriggio, nonostante che la incombente nebbia serale possa essere pericolosa per i viaggi di ritorno, racconta come si cerchi in ogni modo di prolungare la gioia di stare lì insieme. Il tutto si scioglie nella allegra fotografia di gruppo finale. Quei "vecchi eroi stanchi" che danno volentieri da braccetto a noi “giovani di giornata”, giusto per trovare un puntello per la loro instabile postura, ma che non nascondo una forte volontà di passare con orgoglio quel testimone di imprescindibili valori di libertà, di democrazia, si concedono rumorosamente all’obiettivo. Illuminati dal debole sole che sta calando all’orizzonte nella nebbia ottobrina, si abbracciano, si salutano, si danno appuntamento al prossimo Congresso. Chissà, con un anno in più sulle spalle, chissà. Intanto lui Giovanni, ad uno ad uno ci saluta con quel suo proverbiale sorriso, con nel cuore la soddisfazione della sua elezione all’unanimità di PRESIDENTE NAZIONALE della Associazione Nazionale Partigiani Cristiani. Evviva!

Milano, 24 luglio 2017–Giovanni ci ha lasciato. Se ne è andato un uomo buono, generoso e coerente. Una bella persona da cui in tanti abbiamo imparato tanto.  Un uomo mite ma coraggioso che seppe fare scelte forti per difendere l'onore e la tradizione della storia politica del cattolicesimo popolare”. E lo leggiamo sulle pagine di ieri, di oggi sui giornali a tiratura nazionale. Ciao Giovanni, 77 anni, ueilà, non potevi rimanere ancora un poco tanto tra noi? La vita come è che la gira, si sa, caro Gianni Carlo! Tanti lo ricordano quale presidente delle ACLI per parecchi anni, poi Presidente del Ppi, ancora politico di lungo corso,  a me piace ricordarlo come “…mio Presidente della Associazione Nazionale Partigiani Cristiani”. “Non possiamo tradire la nostra storia in questo momento così difficile”. Ottobre 2012. Il congresso elegge il suo Consiglio Nazionale, le cariche previste dallo Statuto ed all’unanimità viene eletto Presidente l’On. Giovanni Bianchi, E Giovanni Bianchi, all’indomani della sua elezione, lancia un messaggio a “tutti gli uomini di buona volontà”. Te lo ripropongo volentieri, se tu poi  lo vorrai cortesemente riportare, un anticipato grazie.

Giorgino  Carnevali ( Cremona)

------------------------

IL VOTO: L’ARMA PIU’ IMPORTANTE

Populismo e antipolitica sono i mali della stagione in corso. Attraversare il disordine da essi prodotto è il compito di tutte le forze democratiche, ovunque collocate: nella società civile come nelle istituzioni. Starei per dire, nello spazio pubblico e perfino in quello privato. E ad elezioni generali ormai prossime il dovere dell'ora è quello di incalzare noi stessi e i nostri concittadini a esercitare tutti i diritti, che in democrazia sono anche obbligo a partecipare. Per i partigiani che si fregiano anche del nome cristiano si tratta di una battaglia irrinunciabile, dal momento che discende direttamente dalla Carta costituzionale, senza la quale sarebbe impensabile la nostra convivenza democratica. E tutti sanno che la Costituzione del 1948 non sarebbe stata mai iscritta se non avesse avuto alle spalle la Lotta di liberazione e la tragedia del fascismo. Il personalismo cristiano che ne costituisce la tessitura è nato sui monti e nelle coscienze, e dunque non può assentarsi quando ritornano quelli che David Maria Turoldo chiamava "i giorni del rischio". Eccoli i giorni del rischio: perché la democrazia – sarà bene non dimenticarlo – non è un guadagno fatto una volta per tutte. Soprattutto quando il rischio prende la maschera, emotiva e mediatica, della fuga dal voto. Mentre il diritto di voto, lo sappiamo, è da sempre una delle più elementari richieste per l’instaurazione di una vera democrazia ed uno dei primi diritti riconosciuti ai cittadini: nel nostro Paese, è solo grazie a dure lotte che i ceti sociali più disagiati riuscirono progressivamente a conquistare il diritto di voto, e solo dopo la caduta del fascismo esso venne esteso alle donne. Da sempre il nostro Paese, a differenza di altre democrazie europee, ha fatto registrare un alto tasso di partecipazione alle competizioni elettorali a tutti i livelli, segno di una richiesta di rappresentanza che si esprimeva anche nella fiducia alle forze politiche in un clima contrassegnato certo da forti contrapposizioni ma anche dal riconoscimento del comune radicamento nei valori e nei principi della Costituzione, espressione degli ideali della Resistenza antifascista. Negli ultimi anni tale tendenza nazionale si è invertita, e nelle elezioni amministrative della scorsa primavera, come pure nelle elezioni regionali siciliane di ottobre, si è assistito ad un declino della partecipazione alle urne che ha interessato quasi la metà della popolazione avente diritto al voto. Questo fenomeno è riconducibile alla scarsa fiducia che i cittadini ormai nutrono verso le forze politiche e persino verso le istituzioni democratiche, sia per l’accusa di corruzione generalizzata rivolta a tutta la classe politica, sia per la sensazione dell’impotenza della politica di fronte al dilagare del pensiero unico. A fronte di ciò, e senza voler negare i problemi e le criticità realmente esistenti, come associazione dei combattenti per la libertà desideriamo vivamente invitare i nostri iscritti e simpatizzanti e tutti gli Italiani a non voler disertare le urne elettorali in occasione dei prossimi appuntamenti, ed in particolare per le elezioni politiche di febbraio. Riteniamo infatti che il voto, per la definizione della rappresentanza democratica, sia ancora la via maestra per dare forza e significato alla volontà dei cittadini: diversamente, vi è il serio rischio che a tutti i livelli coloro che comunque verranno eletti per svolgere le funzioni rappresentative ed esecutive si trovino in uno stato di evidente carenza di rappresentanza popolare, il che indebolirebbe la loro capacità di assumere decisioni necessarie e magari impopolari per far fronte alla grave crisi in cui si trova il Paese. È perciò doveroso, prescindendo dai diversi e legittimi orientamenti politici, che tutti coloro che  hanno facoltà di voto fruiscano fino in fondo di questo diritto democratico rafforzando con la loro partecipazione le nostre istituzioni in una fase davvero problematica e dagli esiti che definire incerti suona perfino eufemistico se non umoristico. Attivarsi contro il non voto perché le urne non vadano malinconicamente deserte è quindi la decisione che ci pare insieme più saggia ed obbligata. Dirlo per tempo è il primo passo. Farlo sapere il secondo. Le modalità di un attivismo che recuperi antiche militanze e nuovi volontariati le individueremo per strada, con una catena informativa senza la quale l'odierna democrazia partecipata non riuscirebbe ad esistere.

Giovanni Bianchi     (Presidente Nazionale  ANPC)       

1947 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online