Bravi Sala e Martina che hanno recuperato il tempo perso e puntato a un obiettivo. Si è dato prova e immagine positiva del Bel Paese. Forse “UN” Expo concentrato sull’area milanese e dintorni, sulla città metropolitana e luoghi noti limitrofi. Fatturati top per chi ha fatto ristorazione in Expo, trasformando un tema vitale e culturale, in un grande market dei ristoranti con contorno luna-park e movida. Più italiani di quanto previsto, ma meno stranieri (-2,5 mil): 21,5 milioni e oltre i ticket di ingresso, quindi quasi il pareggio di bilancio ipotizzato. Le criticità raccolte parlano di eccesso referenzialità politica, di carenza di posti di sosta senza pagare, di ticket scontati negli ultimi 60 giorni per fare cassa, prezzi degli alberghi cresciuti, assenza di una promocommercializzazione turistica nazionale, totale mancanza di pubblicità mirata all’estero. I dati raccolti con diversi partner esterni a Expo, segnalano un grande utilizzo del metrò, auto private e pullman per gruppi e scuole; molto bene l’uso dei treni Lombardi, bene anche Trenitalia che realizzano percentuali di incremento notevoli. I flussi fuoriExpo, pochi o tanti, si sono concentrati in Milano (50.000 eventi),nelle grandi e note città d’arte; molto meno bene per le città e luoghi medi e mediocri. Il sondaggio segnala una casualità di arrivo nei piccoli borghi di campagna alla ricerca del particolare, qualche ricerca specifica tramite internet verso i siti Unesco. I territori produttivi agroalimentari , soprattutto del nord Italia, si lamentano per essere stati dimenticati. L’eredità di Expo 2015 è molto difficile, non tanto per la destinazione dei padiglioni dismessi e per l’area attrezzata, quanto per tutte le attività che dovrebbero ruotare attorno alla nutrizione sana, alla diffusione di una cultura del mangiare bene e il giusto, all’uso del terreno agrario, a come allevare sul Pianeta, come organizzare una filiera vegetale-animale che dia garanzia di una alimentazione per tutti. Lanciamo una proposta: perché il Governo italiano non mette a disposizione un fondo economico speciale (ricavato dai surplus delle transazioni immobiliari del Sito, dai ristorni delle vendite commerciali dentro il sito che ammontano a oltre 600 milioni euro……) in sintonia con i progetti dell’Agenda ItaliaxExpo (dimenticata) da assegnare ai territori produttivi che propongono progetti sui temi-Expo, ma orientati alla crescita occupazionale del Paese. Noi proporremo il fiume e la Valle del Po come una forte destinazione turistica alternativa a quelle già presenti in Europa e nel Mondo: un Meta-distretto turistico di paesaggio culturale agroalimentare enogastronomico in grado di mettere in fila attrazioni leader mondiali. Il fiume PO deve diventare il 9^ distretto fluviale europeo riconosciuto, ma dedicato, non alla sola navigazione, alla biodiversità e biosfera produttiva, ambientale, umana.
Giampietro Comolli
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